Il Cgie punta al digitale

ROMA\ aise\ - Luca Rigoni e Fabrizio Arduini del Dipartimento Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio sono stati ospiti del Cgie nell’ultima sessione di assemblea plenaria che si è aperta questa mattina all’insegna della digitalizzazione. Un tema per il quale il Cgie aveva ritenuto opportuno creare una nuova Commissione, l’ottava, “Digitalizzazione, Innovazione, Ricerca, Studi, Università”, che ha presentato oggi il lavoro di questo suo primo anno di vita.
A illustrare la relazione il segretario Gianluca Errico, il quale ha sottolineato il crescente interesse della politica verso il mondo della ricerca italiana all’estero, poiché si è compreso che si tratta di una “opportunità”. Anche il Maeci, con il supporto del Mur, è impegnato a vario titolo nella valorizzazione dei ricercatori italiani nel mondo con diverse iniziative come la Giornata della Ricerca Italiana nel Mondo. Uno sforzo teso a recuperare almeno parzialmente competenze e talenti fuori dall’Italia, al quale anche il Cgie vuole dare il proprio contributo.
Le diverse riunioni che la VIII Commissione ha convocato in questi mesi hanno “identificato assi di lavoro” che Errico ha sintetizzato in quattro punti: la necessità di giungere ad una “mappatura della comunità di ricerca all’estero”, aumentando il contributo di Innovitalia e promuovendo occasioni di incontro come la Conferenza dei Ricercatori Italiani nel Mondo; il sostegno alla cooperazione bilaterale tra le realtà di ricerca attive nei vari Paesi; l’ internazionalizzazione delle università italiane e il loro ruolo rispetto alle comunità italiane all’estero; la valutazione delle iniziative di digitalizzazione in corso ai fini soprattutto della sperimentazione del voto digitale.
Ma non è tutto qui. La Commissione ha maturato l’idea di un vero e proprio progetto globale con cui “vogliamo cambiare marcia”: Itecs. Il primo obiettivo di Itecs, ha spiegato Errico, è la creazione di una “assise delle associazioni di ricerca italiana all’estero da convocare all’inizio del 2025”.
Il progetto punta poi alla promozione delle università italiane nei licei e nelle scuole superiori italiane all’estero, ma anche ad assicurare una corretta “informazione” per “accompagnare la mobilità di studenti lavoratori” sul tipo dell’Erasmus plus e a “creare una rete di ambasciatori Itecs”, che mettano in connessione tutti gli attori del settore presenti all’estero. Errico ha parlato della istituzione di un eventuale premio ad hoc, che vada ad affiancarsi a quelli già promossi dalla Farnesina, con la quale vorrebbe collaborare anche alla creazione di una app dedicata agli iscritti Aire ad immagine di quella già esistente realizzata dall’Unità di crisi per gli italiani in viaggio. Ancora con Itecs si vorrebbe avviare uno “studio compatto” sull’uso del voto digitale ed infine – “un ultimo punto che mi sta molto a cuore”, ha sottolineato Errico – realizzare incontri di approfondimento sull’high tech diplomacy.
“Il prossimo anno intendiamo proporre al Comitato di Presidenza queste iniziative”, nella consapevolezza, ha concluso il consigliere, che “per realizzare questo ambizioso programma è necessario beneficiare tanto di un supporto organizzativo quanto di adeguati finanziamenti”.
Neo membro della Commissione, il consigliere Antonio Morello si occupa di informatica ed è stato dunque affidato a lui il compito di illustrare ai due ospiti della Presidenza del Consiglio i “temi più critici trattati in questi giorni” su cui sarebbe auspicabile una collaborazione.
Naturalmente al primo punto ci sono la difficoltà e i tempi lunghissimi per avere un appuntamento in Consolato, per cui sarebbe opportuno un miglioramento dei portali Prenotami e Fast It.
Nel primo caso Morello ha suggerito un collegamento diretto al sistema del Ministero degli Affari Esteri, laddove a momento tale collegamento passa prima dai Consolati; auspicabile anche un server per ogni ripartizione della circoscrizione estero, come pure una doppia identificazione - facciale o digitale - al momento dell’accesso, che si affianchi all’inserimento dell’ID e della password e l’identificazione dell’id dell’utente che corrisponda al Paese di residenza.
Quanto a Fast It, anche in questo caso le informazioni dell’utente confluiscono nel data base del Consolato che a sua volta le è invia ai comuni di riferimento: un doppio passaggio che “provoca vari problemi” per risolvere i quale occorre “una metodologia specifica”.
“Alcuni problemi potrebbero essere facilmente risolti con un po’ di coraggio” attraverso “l’interoperabilità delle banche dati”, ha subito risposto Luca Rigoni, che ha assicurato al Cgie al più presto “indicazioni costruttive”. L’esperto della Presidenza del Consiglio ha ringraziato la plenaria per la “concretezza” delle proposte e delle azioni messe sul tavolo e ha poi fornito i dati del Piano Italia digitale 2026, che riguarda la digitalizzazione della PA e la diffusione delle reti ultraveloci in Italia e che ha visto un investimento di 6,64 miliardi e il coinvolgimento di 22 soggetti attuatori.
Fabrizio Arduini ha poi illustrato le misure attuate o in programma per il Maeci grazie ai fondi del PNRR: intanto il sito Internet del Ministero è stato appena aggiornato. Sono però allo studio altri “miglioramenti” in particolare su: l’architettura informativa delle sedi consolari; la “user experience”; e “l’identità dei siti web degli Istituti Italiani di Cultura”, che hanno “necessità diverse” rispetto alla PA tradizionale e per i quali è allo studio un nuovo logo.
Quanto all’esperienza Spid, sollevata dal consigliere Lodetti e che diversi problemi ha dato ai nostri connazionali all’estero, Rigoni ha assicurato che potrà “convivere con il rilancio della carta d’identità elettronica” e con l’It Wallet che garantirà non solo di poter usufruire dei servizi pubblici, ma anche di “iniziare la sperimentazione di altri servizi” utili al cittadino.
C’è poi l’Europa, come ha ribadito oggi il vice segretario Stabile, citando l’approvazione di recente a Bruxelles del regolamento 2024/1183 in cui si parla anche dei “portafogli europei di identità digitale”. Un modo ulteriore per “ridurre oneri amministrativi e carico operativo per i nostri consolati”.
Di certo c’è che “il Cgie parla a 7 milioni di italiani all’estero”, ovvero “il 10% della popolazione nazionale” e per la segretaria generale Prodi “è importante riconnetterci su questi temi”. (r.aronica\aise)