Corriere della Sera/ Il sindaco di Londra Khan: uno schema stile Erasmus per attirare i giovani italiani - di Luigi Ippolito

MILANO\ aise\ - “Una lettera aperta indirizzata al milione di cittadini europei che vivono nella capitale britannica: l’ha resa pubblica ieri (lunedì per chi legge, ndr) il sindaco laburista Sadiq Khan, che il 2 maggio si gioca la rielezione contro la candidata dei conservatori, Susan Hall. Il primo cittadino chiede ai residenti arrivati dalla Ue di dare a lui il voto, promettendo che difenderà sempre “i valori europei di apertura e tolleranza””. Ne parla Luigi Ippolito, corrispondente del Corriere della Sera a Londra, che sui contenuti della lettera e sulla scelta scellerata del governo britannico di innalzare il salario minimo per ottenere un visto lavorativo ha intervistato lo stesso Khan.
D. Sindaco Khan, cosa intende fare in concreto per gli europei che vivono qui?
R. Innanzitutto sono molto grato ai londinesi che vengono dalla Ue, dei quali 130 mila sono italiani: siete rimasti qui, anche se è stato orribile per voi negli anni dopo la Brexit, vi hanno fatti sentire non più benvenuti. Vogliamo continuare a costruire ponti con le città del mondo: sono particolarmente vicino a Beppe (Sala) e Roberto (Gualtieri), i sindaci di Milano e Roma, ma vogliamo anche mettere su uno schema sul modello Erasmus per far venire qui gli studenti italiani.
D. In Italia molti sono rimasti scioccati dall’innalzamento del salario minimo per avere un visto di lavoro a oltre 38 mila sterline l’anno (circa 45 mila euro), una misura che di fatto taglia fuori tutti i giovani.
R. È ridicolo, è autolesionismo. Noi abbiamo ristoranti di alta qualità, lavori nella City, lavori nelle industrie creative dove non pagano quei salari, mentre abbiamo carenza di lavoratori. Dobbiamo organizzare a livello regionale liste di settori in cui c’è carenza di manodopera, dove non si applica quel salario. A Londra abbiamo una carenza di personale negli hotel, nei ristoranti, nella musica: dunque dobbiamo far sì che abbiamo una immigrazione sotto controllo, rafforzare i controlli alle frontiere, ma abbiamo bisogno di talenti e dobbiamo assicurarci di averli.
D. Gli italiani sono particolarmente rappresentati nei settori che lei cita: come pensa di aiutarli?
R. Lavoriamo a uno schema di mobilità per i giovani, oltre allo schema Erasmus: e con un governo laburista potremo fare anche di più. Quegli italiani che vengono qui e poi tornano in Italia si sono innamorati di Londra, poi magari diventano amministratori delegati di aziende e manager di venture capital: e vogliono investire a Londra.
D. Le elezioni politiche di quest’anno in Gran Bretagna produrranno quasi certamente un governo laburista. Quale sarà la sua relazione con Downing Street?
R. Un sindaco di Londra laburista che lavora con un governo laburista può risultare trasformativo. Negli scorsi otto anni ho dovuto remare contro un governo conservatore: immaginiamo ora di avere il vento alle spalle di un governo laburista.
D. Ma lei utilizzerà la sua posizione per spingere i laburisti ad avvicinarsi all’Europa?
R. L’attuale governo conservatore vuole divergere dalla Ue il più possibile. Ho parlato spesso col leader laburista Keir Starmer: lui crede in un più stretto allineamento con la Ue, innanzitutto per ragioni pragmatiche. Le promesse dei fautori della Brexit non si sono materializzate, inoltre il Pil si è contratto, così come gli investimenti e il commercio, l’inflazione è salita e c’è carenza di manodopera: è un atto di autolesionismo. Dunque è nel nostro interesse avere legami più stretti con l’Europa.
D. Ma i laburisti continuano a ripetere che non indietreggeranno da quelle che considerano le «linee rosse»: no al rientro nel mercato unico, no all’unione doganale, no al ri torno della libera circolazione. Lei è soddisfatto di questa posizione?
R. Posso capire perché Starmer non può dire a quelli che hanno votato per la Brexit che hanno sbagliato, deve rassicurarli che lui non farà marcia indietro: dunque per il breve-medio termine il ritorno nella Ue non è in agenda. Ciò che è in agenda è un allineamento più stretto: l’accordo con la Ue deve essere rivisto l’anno prossimo e Starmer farà un lavoro migliore di qualsiasi governo conservatore per ottenere un più stretto allineamento con la Ue.
D. Lei è un campione delle politiche ambientali, ma in tutta Europa assistiamo a una reazione contro la svolta verde.
R. Dobbiamo tener conto delle proteste, bisogna avere una transizione giusta: non puoi cambiare tutto dalla sera alla mattina e far perdere alla gente il loro lavoro e il loro livello di vita. Dobbiamo arrivare alla net zero, la neutralità di emissioni, in modo che non faccia danni: ma il costo dell’inazione è assai più pesante del costo dell’azione”. (aise)