Corriere della Sera/ Pensionati all'estero: le nuove mete dei pensionati dopo lo stop del Portogallo - di Massimiliano Jattoni Dall’Asén

ROMA\ aise\ - "Come avevamo già raccontato sul Corriere, con il 2024 il Portogallo esce dall’elenco dei paradisi dove si sono rifugiati in questi anni un certo numero di pensionati italiani e non solo loro. Da quest’anno, infatti, Lisbona dice addio al regime di tassazione speciale istituito nel 2009 e rivolto a residenti stranieri “non abituali”, vale a dire tutte quelle agevolazioni fiscali che il Portogallo ha fino all’anno scorso garantito a stranieri pensionati e professionisti, che hanno scelto il Paese lusitano come loro residenza. A dire basta all’imposta fissa del 10% per i pensionati (ma fino al 2020 l’esenzione era totale) e del 20% per professionisti e nomadi digitali è stato il governo guidato dal socialista António Costa. Il perché di questa decisione è presto detto: gli stranieri benestanti arrivati in Portogallo fin dal 2009 sono stati considerati una delle cause dell’aumento dei prezzi degli immobili nelle grandi città. Secondo uno studio della fondazione Francisco Manuel dos Santos, tra il 2012 e il 2021 il costo degli alloggi è infatti aumentato del 78% in Portogallo, contro la media del 35% dei Paesi Ue. Solo nel corso del 2023 il balzo è stato dell’11%. Nonostante la scure del governo, chi fino all’anno scorso ha goduto di queste agevolazioni in Portogallo potrà continuare a farlo anche quest’anno e per tutta la durata prevista dalla legge, ovvero 10 anni da quando vi si è aderito. Ma per chi è là da molti anni (erano poco meno di mille i pensionati italiani prima del 2017 e poco più di 3.500 nel 2021, secondo i dati Inps) il problema di cosa fare nel futuro è diventato urgente. Hanno dovuto cambiare meta in corso d’opera anche coloro che avevano deciso alla fine dell’anno scorso di fare le valigie dall’Italia e trasferirsi sulla costa iberica dell’Atlantico sperando così di pagare meno tasse. Insomma, oggi chi vuole fuggire dal Bel Paese deve guardare altrove. Quali sono i nuovi paradisi fiscali dei pensionati italiani? E chi sono questi pensionati che hanno lasciato l’Italia o stanno per farlo? Siamo certi che le motivazioni siano soltanto economiche? Proviamo a rispondere a queste domande, mappando i Paesi europei e del bacino del Mediterraneo con un Fisco-calamita per i nostri pensionati". A scriverne è stato Massimiliano Jattoni Dall’Asén, in questo pezzo pubblicato su "Il Corriere della Sera".
"Le ragioni che spingono i pensionati a emigrare
Le pensioni pagate all’estero dall’Inps sono 317.254, ovvero poco meno del 3% di tutte le pensioni erogate. Come spiega l’Inps, che sul tema dei “pensionati migranti” ha dedicato il 10 ottobre 2023 un convegno, la pandemia ha inciso in maniera significativa su questo fenomeno. Fino al 2019 i numeri di chi decideva di trasferirsi altrove si attestavano a circa 5.600-5.700 partenze, nel 2020 e nel 2021 si è scesi ad una media di circa 3.600 pensionati, per poi risalire, nel 2022 a oltre 4.600 partenze. Come ha però spiegato Susanna Thomas, della Direzione centrale pensioni Inps, la scelta dei pensionati italiani di lasciare l’Italia per raggiungere Paesi esotici, non ha alcun riscontro significativo a livello statistico. Anche il tema dei Paesi che offrono vantaggi economico-fiscali non è una spiegazione del tutto soddisfacente all’emigrazione degli anziani, perché, a parte la Spagna, le altre destinazioni registrano arrivi poco consistenti dal punto di vista statistico e soprattutto è basso il numero delle donne che vi si sono trasferite. Queste, in particolare, scelgono come mete la Svizzera, la Germania, la Spagna, gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, la Francia, il Belgio e in parte la Gran Bretagna. Conteggiando anche gli uomini, que-sti sono i Paesi che insieme risultano i più significativi dal punto di vista statistico. La caratteristica di questi Paesi è quella di aver accolto i giovani lavoratori italiani. I pensionati italiani che vi si sono trasferiti sono i genitori di coloro i quali hanno trovato lavoro e si sono stabilizzati in questi Paesi. Uno studio presentato dalla Fondazione Nord Est, dice che gli emigrati italiani di 20-39 anni nel resto d’Europa sono saliti a 1,3 milioni. Il saldo dei flussi in entrata/uscita con gli altri Paesi sarebbe 1 a 17, cioè un giovane europeo è venuto a stabilirsi in Italia in questo periodo per ogni 17 italiani che sono andati negli altri Paesi. Un flusso migratorio - dice lo studio - “paragonabile a quello degli anni ‘50, ma al 30% di laureati”. Ma secondo l’Inps i numeri relativi ai genitori che seguono i figli all’estero sono sempre sottostimati, in quanto non tutti trasferiscono la residenza dall’Italia, volendo mantenere la nostra assistenza sanitaria. Alla luce di tutto questo, aveva suggerito l’Inps, per contenere il fenomeno delle migrazioni di pensionati la soluzione migliore sarebbe far rientrare i giovani lavoratori in Italia. Ora, però, il governo ha tagliato radicalmente le agevolazioni vigenti fino all’anno scorso e volte a favorire il rimpatrio dei lavoratori italiani all’estero.
Come funziona in Grecia
Del fenomeno dei migranti previdenziali sul Corriere ne avevamo parlato a lungo nel 2020, quando Atene aveva deciso di seguire una strada che già l’Italia aveva battuto (quella di un’imposta sostitutiva del 7% per 5 anni rivolta ai pensionati residenti all’estero che vogliano prendere la residenza in un piccolo Comune del Sud con meno di 20 mila abitanti). Per invogliare i pensionati stranieri a trasferire la loro residenza fiscale in Grecia, anche Atene ha infatti introdotto un’unica aliquota d’imposta del 7% per l’intero reddito ottenuto all’estero. Questa agevolazione ha una durata di 15 anni. La domanda deve essere presentata all’agenzia fiscale greca entro il 31 marzo di ogni anno. Sono esclusi tutti coloro che sono stati residenti fiscali in Grecia per almeno 5 anni nei 6 anni precedenti alla domanda.
Come funziona a Cipro
Cipro è una delle mete che dovrebbe attrarre per il clima gli italiani, ma a quanto pare è non è in testa tra i Paesi scelti dai pensionati italiani. Strano, perché nell’isola il costo della vita è basso e ha il vantaggio di avere 45 trattati sulle doppie imposizioni fiscali con molti Paesi europei (Italia inclusa). La tassa sul reddito delle persone fisiche (la nostra Irpef) gode di una no tax area fino a 19.500 euro. Per un pensionato italiano che sta a Cipro, la pensione è insomma lorda sotto a quella soglia. La tesse si pagano in progressione per arrivare al 35% se si guadagnano più di 60 mila euro. In soldoni: nessuna aliquota per chi ha una pensione inferiore ai 1.500 euro; per chi oscilla tra i 1.500 e i 2.500 euro l’aliquota è del 2,5%. che diventa del 3% per le pensioni tra i 2.500 e i 3.500. Chi ha una pensione lorda mensile che supera i 3.500 euro paga il 3,5% di tasse. L’Inps attualmente corrisponde meno di 200 pensioni a italiani residenti a Cipro.
Come funziona a Malta
Malta è una destinazione ideale per le imprese online, ma anche un paio di centinaia di pensionati italiani l’hanno scelta (stando ai dati Inps) perché il sistema fiscale è molto vantaggioso. Il “Malta retirement programme” ha proprio l’obiettivo di attrarre tutti i pensionati dell’Unione europea. L’aliquota fissa è al 15% (con un minimo di 7.500 euro all’anno). Per rientrare nel programma si deve essere cittadini di un Paese europeo, ma non di nazionalità maltese, non avere un impiego, percepire una pensione pari o superiore ad almeno il 75% del reddito imponibile complessivo. Ma anche acquistare casa a Malta dal valore non inferiore ai 275 mila euro.
Come funziona in Tunisia
La Tunisia è da sempre meta ambita per chi vuole trascorrere gli ultimi anni al sole. Negli anni il Paese maghrebino ha tentato di attrarre i pensionati stranieri con un sistema fiscale che prevede per loro una quota di reddito free tax pari all’80%, dunque la tassazione si applica solo sul restante 20%, con un prelievo effettivo del solo 5%. Il capo famiglia, inoltre, può usufruire di una ulteriore detrazione. Per quanto riguarda l’imposta sul reddito delle persone fisiche, in Tunisia l’aliquota applicata va dallo 0% (fino a 1.500 euro) al 35% (sopra i 50 mila euro).
Come funziona in Spagna
Anche la Spagna offre agevolazioni fiscali per i pensionati stranieri, che ambiscono soprattutto a trasferirsi alle Canarie, dove il sistema fiscale è quello spagnolo e permette di beneficiare di esenzioni o riduzioni delle imposte sui redditi da fonte estera, comprese le detrazioni per le spese mediche. Le aliquote fiscali sono più basse che in Italia, ma i vantaggi sono soprattutto per i redditi più bassi: la detrazione d’imposta massima è di 6.500 euro per i pensionati con un’età tra i 65 e i 75 anni, da questa età in poi sale a 7 mila euro.
Come funziona in Croazia
In Croazia la tassazione delle pensioni estere prevede due scaglioni di aliquote in base al reddito: del 12%, fino ad assegni di 2.300 euro al mese; e del 18% per i restanti casi.
Come funziona in Bulgaria e Romania
Chi si immagina una immigrazione al contrario, lontano dal caldo dei Paesi mediterranei, può andare in Romania o in Bulgaria, dove la tassazione è secca al 10%. Per goderne, però, oltre a prendere la residenza fiscale si deve avere anche la cittadinanza. Questa clausola non da poco è stata introdotta evidentemente dai due Paesi con l’unico scopo di far rientrare i tanti loro emigranti e le loro pensioni guadagnate lavorando nei Paesi Ue.
Come funziona in Slovacchia e Albania
Slovacchia e Albania, invece, prevedono l’esenzione totale dalle imposte per le pensioni che arrivano dall’estero. Per quanto riguarda l’Albania, la decisione è stata presa il 23 gennaio 2020, con la commissione parlamentare per l’economia per le finanze del che ha approvato la detassazione delle pensioni di tutti i cittadini albanesi residenti all’estero e di tutti i cittadini dell’Unione Europea che si trasferiranno con regolare permesso di soggiorno in Albania". (aise)