Eunews/ Nel 2024 rallenta la crescita dell’immigrazione nell’Ue – di Marco La Rocca

BRUXELLES\ aise\ - “Negli ultimi quindici anni la percentuale di persone nate all’estero e residenti in Europa ha continuato ad aumentare sensibilmente, sospinta da fattori di crisi internazionali quali conflitti, cambiamenti climatici ed instabilità economica. Tuttavia, sembra che questa tendenza stia rallentando in gran parte del vecchio continente. Dagli ultimi dati Eurostat, elaborati dalla Rockwool Foundation Berlin (RFBerlin), emerge che nel 2024 l’immigrazione netta è aumentata sensibilmente meno rispetto al 2023, con una percentuale di immigrati (persone non nate nell’Unione) sulla popolazione totale del 14,1 per cento (2,5 milioni di persone) rispetto al 13,6 per cento (4,4 milioni di persone) dell’anno precedente, ovvero un aumento dello 0,5 per cento, assai lieve se comparato con il 2022, quando il flusso di immigrati era raddoppiato, da 2,5 a 5 milioni di persone. Tutto sembra indicare che, nonostante l’Europa venga raggiunta ogni anno da più individui provenienti da altri continenti, il trend possa rallentare ancora in futuro, come già suggeriscono i dati sugli attraversamenti irregolari e le richieste di asilo verso l’Unione europea relativi ai primi mesi del 2025”. A scriverne è Marco La Rocca su “Eunews”, quotidiano online diretto a Bruxelles da Lorenzo Robustelli.
“Se si guarda ai quattro maggiori Paesi per popolazione immigrata (Germania, Francia, Italia e Spagna), la Spagna è in testa per nuovi arrivi, con un aumento di 630 mila persone, arrivando a 8,8 milioni, mentre la Germania ha registrato un aumento, tra il 2023 ed il 2024, di 500 mila persone (passando da 16,9 a 17,4 milioni di persone). La Francia ha registrato una crescita di 360 mila persone, arrivando a 9,3 milioni, mentre l’Italia ha visto un aumento di 260 mila persone, raggiungendo i 6,7 milioni. Tommaso Frattini, vicedirettore dell’unità migrazioni di RFBerlin e professore all’Università di Milano, ha sottolineato come l’aumento degli arrivi in Francia e Italia sia rimasto pressoché “costante e modesto” negli ultimi quattordici anni, oscillando tra gli 0,2 e gli 0,4 milioni di persone l’anno.
La percentuale di immigrati in età da lavoro (ovvero individui tra i 15 e i 64 anni) rispetto alla popolazione totale nata all’estero e residente in Ue è generalmente diminuita nel corso degli anni, passando dall’81 per cento del 2010 al 76 per cento del 2024, con importanti differenze tra Paese e Paese. Mentre in Italia e in Spagna la percentuale in età da lavoro è rimasta stabile attorno all’85 per cento negli ultimi quattordici anni, Germania e Francia hanno visto la percentuale scendere di oltre il 5 per cento nello stesso periodo.
Per quanto riguarda invece i rifugiati, il 2024 ha rappresentato una svolta, registrando il primo calo dal 2019 (oltre 100 mila richieste in meno rispetto all’anno precedente). Dal 2010 al 2014 il numero di richiedenti asilo di prima istanza in Ue è oscillato in varie occasioni: dopo il picco di 1 milione di richiedenti nel 2015 a seguito della crisi siriana, il numero di domande è sceso gradualmente fino a 600 mila nel 2018, per poi tornare a salire nel 2022 e superare il milione nel 2023”. (aise)