Il cittadino canadese/ Montréal saluta Sandro Cappelli – di Antonio Serrafiore

MONTREAL\ aise\ - “Fondato dall’italianista Antonio D’Andrea nel 1962, l’Istituto Italiano di Cultura di Montréal è da oltre sessant’anni un punto di riferimento per la promozione della lingua e della cultura italiane in Québec. Tredici i direttori che si sono succeduti. L’ultimo, in ordine di tempo, è Sandro Cappelli che, dopo le esperienze come vicedirettore a Il Cairo e a Parigi, ha assunto l’incarico nell’agosto 2021, subentrando a Francesco D’Arelli, destinato all’IIC di Shanghai. Il prossimo 24 agosto, Cappelli concluderà il suo mandato e tornerà al Ministero degli Esteri a Roma. Gli subentrerà Francesca Calamaro, attualmente addetta culturale all’IIC di Belgrado. A poco più di un mese dalla sua partenza, il direttore ha condiviso con Il Cittadino Canadese un bilancio del suo mandato”. Ad intervistarlo Antonio Serrafiore.
“L’esperienza a Montréal è stata molto positiva – ha esordito Sandro Cappelli – sia dal punto di vista umano che professionale. Quando sono arrivato, non avevo aspettative particolari, anche perché era la mia prima volta come direttore. Ma ho trovato fin da subito una sfida vera, con responsabilità e un’ampia libertà nella programmazione culturale”.
Oltre al cambio di sede, si è trattato anche di un cambio di prospettiva: “La differenza principale è stata la possibilità di costruire eventi, definire una linea culturale e gestire l’intero processo, dalla progettazione alla realizzazione. Questa autonomia ha rappresentato un valore aggiunto che mi ha permesso di attivare molte collaborazioni, che spero proseguano anche dopo la mia partenza”.
Fin da subito, il direttore ha puntato sulla diversificazione delle attività, sia nei contenuti che nella distribuzione territoriale: “Ho voluto decentrare parte della programmazione, portandola fuori da Montréal, non solo per ragioni logistiche o di valorizzazione delle attivi- tà nel territorio di competenza, ma anche perché ho trovato partner attivi e motivati in altre città”.
Un altro obiettivo è stato ampliare il pubblico. “Ho incontrato tante persone che mi hanno detto: “Non conoscevo l’Istituto”. Questo è sempre gratificante”. In quest’ottica ha introdotto anche la festa di fine corsi per gli studenti: “Un momento semplice, conviviale, ma importante, che aiuta a rafforzare i legami tra studenti e insegnanti, al di là delle lezioni online. Alcuni studenti si incontrano di persona per la prima volta dopo mesi. È bello vedere come certe relazioni si formino o si trasformino”.
Per Sandro Cappelli, promuovere la cultura italiana all’estero non significa solo esportare contenuti, ma anche creare connessioni. “L’obiettivo primario è ovviamente quello di promuovere la lingua e la cultura italiane. Ma è anche attivare e favorire il dialogo tra istituzioni locali che magari prima non si conoscevano”. A tal proposito ricorda con soddisfazione la collaborazione, tra le più riuscite, con il centro di design dell’UQAM: “Abbiamo realizzato mostre molto significative, tra cui una grande esposizione dedicata alle architette. Un vero scambio tra professioniste italiane, québécoises e dell’Ontario”.
Tra le discipline più valorizzate durante il suo mandato, c’è senz’altro il cinema. “È un’arte che apprezzo molto e che, logisticamente, è anche più semplice da gestire”. I cicli organizzati al Cinéma du Musée, il cineclub mensile e le proiezioni in sede e in altre sale della città hanno contribuito “a costruire un’abitudine, una ritualità che fidelizza il pubblico”.
Un altro ambito centrale è stata la danza contemporanea. “Ogni anno, durante il periodo del mandato, abbiamo organizzato due tipi di residenze, sia in collaborazione con Bassano del Grappa e il loro Festival di danza che con la piattaforma N.I.D. (New Italian Danse Platform), abbiamo inoltre ospitato spettacoli di Silvia Gribaudi, Sofia Nappi, Marco D’Agostin, Chiara Bersani e Alessandro Sciarroni in festival prestigiosi come l’FTA e nelle regolari stagioni di Danse Danse, Agora de la Danse e di altri teatri nella provincia del Québec”.
Sandro Cappelli si è detto particolarmente legato anche ai progetti fotografici: “Nel salone dell’IIC abbiamo ospitato numerose esposizioni, mostrando sia autori famosi, della tradizione, che recenti. Quando ho visto che la rivista Ciel Variable ha inserito l’Istituto tra i “luoghi della fotografia dell’estate” per “Tina Modotti, L’art de la révolt” e ne sono stato molto fiero. A Montréal non ci sono molti spazi dedicati alla fotografia e mi piacerebbe che questa linea
continuasse anche in futuro”.
Non solo contenuti culturali, ma anche attenzione agli spazi dell’Istituto. “Sono soddisfatto dei miglioramenti strutturali, dagli interni al giardino. È parte del lavoro: offrire uno spazio bello, accogliente e funzionale. L’Istituto non è solo un luogo di eventi, ma anche di incontro e di appartenenza”.
Sui corsi di lingua, ha scelto di mantenere l’impostazione ibrida post-pandemica: “Ci ha permesso di raggiungere nuovi pubblici, anche lontani. È stato un aspetto molto positivo, che ci ha dato l’opportunità di realizzare attività culturali “fuori sede”, anche virtualmente. È uno dei lati positivi del post-Covid: ci ha costretti a riformulare la nostra presenza”.
La nostra piacevole chiacchierata si è conclusa volgendo uno sguardo al futuro e alla possibilità di tornare in Québec: “Non ho ancora fatto domanda per un nuovo incarico all’estero perché è previsto un periodo minimo di permanenza in sede centrale prima di potersi ricandidare. Mi piacerebbe lavorare in tutti i continenti”, ci ha detto sorridendo. E ha aggiunto: “Ho contribuito all’organizzazione di due eventi che si terranno a marzo: la mostra su Torlonia al Musée des Beaux-Arts e lo spettacolo di Romeo Castellucci all’Usine C. Se potrò, sarò felice di esserci”.
In questi quattro anni, Sandro Cappelli ha lasciato un segno tangibile nella vita culturale di Montréal, rafforzando il ruolo dell’Istituto Italiano di Cultura come presidio dinamico, aperto e inclusivo. La sua dedizione, unita a una visione chiara e alla capacità di creare relazioni profonde con il territorio, ha reso il suo mandato un’esperienza significativa e pregnante.
A lui il ringraziamento de Il Cittadino Canadese e l’augurio di un futuro ricco di nuove prospettive e soddisfazioni”. (aise)