La voce di New York/ Casa Italiana Zerilli-Marimò vince ai Webby Awards 2025 – di Monica Straniero

Credits Casa Zerilli marimò

NEW YORK\ aise\ - “Ce l’ha fatta. Tra giganti del web, piattaforme multimilionarie e progetti iperfinanziati, ha vinto la Casa Italiana Zerilli-Marimò. Il suo nuovo sito si è aggiudicato il Webby Award 2025 nella categoria “General Desktop & Mobile Sites – Community”, battendo la concorrenza con un’arma rara nell’ecosistema digitale: l’autenticità”. Ne dà notizia Monica Straniero su “La voce di New York”, quotidiano online diretto ad Giampaolo Pioli.
“Un risultato storico per l’istituto culturale affiliato alla NYU, che da oltre trent’anni costruisce dialoghi tra Italia e Stati Uniti con grazia, rigore e passione. Il nuovo sito della Casa era stato selezionato tra i cinque finalisti, accanto a progetti con budget ben più ampi e strutture globali. Ma a fare la differenza non sono stati gli effetti speciali. È stato lo spirito. La capacità di essere presenti, accessibili, umani – anche online.
Dietro questo risultato ci sono mesi di lavoro silenzioso: idee che si sono fatte codice, ore piccole davanti allo schermo, riunioni infinite, revisioni minuziose. Come ha detto Stefano Albertini, direttore della Casa dal 1994: “Abbiamo cercato di portare online quello che facciamo dal vivo da più di trent’anni. È stato faticoso, ma ne è valsa la pena. Volevamo un sito bello, accessibile, libero. E ce l’abbiamo fatta”. Il sito, progettato da Giuseppe De Lauri insieme all’agenzia creativa Takt, è un esempio raro di equilibrio tra estetica e funzione. È una vera e propria biblioteca viva: video, conferenze, documentari, poesie, articoli, fotografie – tutto gratuito, tutto accessibile, senza pubblicità, senza tracciamenti. Una dichiarazione politica, oltre che culturale.
Fondata nel 1990 dalla baronessa Mariuccia Zerilli-Marimò, la Casa nel corso degli anni, ha ospitato storici, poeti, registi, filosofi, e lo ha fatto senza mai trasformarsi in un evento mediatico. Per Albertini e il suo gruppo, il premio è meno un traguardo e più una conferma che è ancora possibile costruire spazi digitali che non si misurano solo in clic. E che forse, proprio per questo, riescono a durare.
Il premio Webby, assegnato da una giuria internazionale, è spesso considerato l’equivalente di un Oscar per il digitale. Non comporta ricompense economiche, ma garantisce una visibilità enorme. E per una realtà pubblica che lavora con risorse limitate, ma si rivolge a un pubblico ampio e trasversale, è un riconoscimento prezioso. Un modo per dire che un’altra rete è possibile”. (aise)