La Voce di New York/ Cessate il fuoco a Gaza: il Consiglio di Sicurezza ONU approva la risoluzione – di Stefano Vaccara

NEW YORK\ aise\ - “Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni ha approvato, dopo un ennesimo tentativo, una risoluzione per far cessare il fuoco a Gaza: alle 10:35 am di New York, la nuova bozza di risoluzione ha avuto il via libera con 14 sì, mentre gli Usa si sono astenuti.(Lo scorso venerdì avevano presentato una loro risoluzione bocciata dal veto di Russia e Cina). I cosiddetti E-10, i membri non permanenti eletti nel Consiglio che non hanno diritto di veto, da settimane avevano elaborato una bozza più volte rivista. Oggi l’ultima versione, redatta da sette dei dieci, “chiede un cessate il fuoco immediato per il Ramadan rispettato da tutte le parti che conduca ad un cessate il fuoco permanente e sostenibile, e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonché la garanzia dell’accesso per far fronte alle loro esigenze mediche e umanitarie”. Inoltre, “si richiede che le parti rispettino i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale in relazione a tutte le persone detenute”. L’attuale bozza che gli ambasciatori hanno approvato attorno all’iconico tavolo a ferro di cavallo è lunga solo quattro paragrafi. A presentarla sono stati i seguenti membri non permanenti: Algeria, Guyana, Malta, Mozambico, Sierra Leone, Slovenia e Svizzera”. A scriverne è stato Stefano Vaccara su “La voce di New York”, quotidiano online diretto dagli Stati Uniti da Giampaolo Pioli.
“Il testo ha ottenuto il sostegno di Francia , UK, della Cina e anche della Russia, nonostante il suo ambasciatore Vassily Nebenzia, prima del voto, avesse chiesto di votare un emendamento per rimettere nel testo la parola “permanente” che era “sparita” durante il week-end. Nebenzia aveva affermato che il fatto che la parola “permanente” nel primo paragrafo operativo fosse stata sostituita con un linguaggio più debole era per la Russia “inaccettabile”. “Abbiamo tutti ricevuto istruzioni dalle capitali per votare sul testo che conteneva la parola ‘permanente'” e qualsiasi altra cosa potrebbe essere vista come un permesso a Israele per continuare i suoi attacchi, ha detto Nebenzia prima dell’approvazione. Quando il diplomatico russo ha tentato di ripristinare la parola “permanente” nella bozza, è stato bocciato dal veto degli USA.
Così dopo la suspence che fosse la Russia ancora una volta a mettere il veto, dopo la dichiarazione Nebenzia ha alzato il braccio per votare “sì” con tutti gli altri tredici, consentendo l’approvazione con 14 voti favorevoli e l’astensione degli USA. A quel punto la sala del Consiglio è scoppiata in un lungo applauso.
Alcune fonti dal Palazzo di Vetro, avevano detto che durante il week-end gli ambasciatori degli E-10, erano riusciti ad ottenere l’ok al loro documento dalla missione degli USA guidata dall’ambasciatrice Linda Thomas-Greenfield. Washington però avrebbe preteso la limatura della parola “permanente” che la Russia voleva invece reinserire. Alla fine, dopo una lunga attesa durata sei mesi, con 35,000 morti palestinesi e 1250 israeliani, la risoluzione per un cessate il fuoco è stata approvata. Ma adesso va implementata.
L’ambasciatrice degli Stati Uniti Linda Thomas-Greenfield nel suo intervento ha affermato che, adottando la risoluzione, il Consiglio di Sicurezza “si è espresso a sostegno” degli sforzi diplomatici in corso guidati da Washington, Qatar ed Egitto per realizzare un cessate il fuoco immediato e sostenibile, garantire l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi e contribuire ad alleviare le tremende sofferenze dei civili palestinesi bisognosi a Gaza. “Gli Stati Uniti sostengono pienamente questi obiettivi critici”, ha affermato. “In effetti, sono stati il fondamento della risoluzione che abbiamo presentato la scorsa settimana – una risoluzione a cui Russia e Cina hanno posto il veto”. Thomas-Greenfield ha esortato i membri del Consiglio a chiarire che un cessate il fuoco sarebbe potuto arrivare “mesi fa” se Hamas fosse stato pronto a rilasciare gli ostaggi, accusando il gruppo di creare ostacoli sul cammino della pace. “Quindi oggi, la mia richiesta ai membri di questo Consiglio… è ‘parlare apertamente e chiedere inequivocabilmente che Hamas accetti l’accordo sul tavolo’”, ha detto.
L’ambasciatrice americana pur apprezzando “la disponibilità dei membri di questo Consiglio ad accettare alcune delle nostre proposte per migliorare la risoluzione”, ha motivato l’astensione così: “Altre sono state ignorate, compresa la richiesta di inserire una condanna di Hamas. Non eravamo d’accordo con tutto quello che c’è nella risoluzione: per questo non abbiamo potuto purtroppo votare sì”.
L’ambasciatrice statunitense ha anche affermato durante il suo intervento che la risoluzione del Consiglio di Sicurezza sul cessate il fuoco a Gaza non è “binding”, cioè non sarebbe vincolante, e che il cessate il fuoco non avverrà senza il “rilascio degli ostaggi”. Ma le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non dovrebbero essere tutte, a differenza di quelle dell’Assemblea Generale, giuridicamente vincolanti?.
La diplomatica americana ha quindi accusato Russia e Cina di aver “mostrato ripetutamente di non essere veramente interessati a portare avanti una pace durevole attraverso sforzi diplomatici”. “Invece usano questo devastante conflitto come un randello politico per cercare di dividere questo Consiglio in un momento in cui dobbiamo stare uniti – ha concluso – questo è profondamente cinico”.
Barbara Woodward, ambasciatrice del Regno Unito, è apparsa dopo il voto allo stake-out del Consiglio di Sicurezza per dire ai giornalisti che il suo governo ora chiede che “l’attuazione della risoluzione sia immediata”, aggiungendo anche che “ci rammarichiamo che la risoluzione non condanni gli attacchi terroristici perpetrati da Hamas il 7 ottobre. Noi condanniamo questi attacchi inequivocabilmente e dovrebbe farlo anche il Consiglio”.
Poi la diplomatica britannica ha lanciato un avvertimento a Israele: “I palestinesi di Gaza stanno vivendo una catastrofe umanitaria. La situazione non migliorerà finché non arriveranno ulteriori aiuti. E il mio Primo Ministro e il mio Ministro degli Esteri sono stati chiari nei loro impegni con Israele sul fatto che tutti gli ostacoli alla fornitura degli aiuti devono essere rimossi. Non abbiamo ancora visto i miglioramenti di cui abbiamo bisogno per ottenere maggiori aiuti. Il messaggio del Consiglio oggi è importante e ribadisco che chiediamo che venga attuato immediatamente”.
Grande soddisfazione da parte del gruppo dei paesi arabi per l’adozione della risoluzione, che guidati dall’ambasciatore palestinese Ryad Mansour, si sono presentati dopo l’approvazione davanti ai giornalisti allo stake-out del Consiglio di Sicurezza.
Molto soddisfatti apparivano anche i membri non permanenti che da settimane hanno lavorato sulla risoluzione poi approvata. Guidati dall’ambasciatore del Mozambico, l’Ambasciatore Pedro Comissario, che ha parlato a nome del Gruppo dei 10 Eletti (Algeria, Ecuador, Guyana, Giappone, Malta, Mozambico, Repubblica di Corea, Sierra Leone, Slovenia, Svizzera) riguardo l’adozione della risoluzione sul cessate il fuoco a Gaza.
Affatto soddisfatto è apparso invece Gilad Erdan, ambasciatore e rappresentante permanente di Israele all’ONU, che nel suo intervento al Consiglio di Sicurezza si è chiesto perché l’organo “discrimini” tra le vittime, ricordando di aver condannato l’attacco mortale contro una sala da concerto a Mosca venerdì scorso, ma di non aver condannato il massacro del festival musicale Nova del 7 ottobre in Israele. “I civili, non importa dove vivono, meritano di ascoltare la musica in tutta sicurezza e protezione, e il Consiglio di Sicurezza dovrebbe avere la chiarezza morale necessaria per condannare tali atti di terrorismo allo stesso modo, senza discriminazioni”, ha affermato Erdan. “Purtroppo anche oggi questo Consiglio si è rifiutato di condannare il massacro del 7 ottobre; questa è una vergogna”, ha aggiunto. Erdan ha aggiunto che, sebbene la risoluzione non condanni Hamas, essa “afferma qualcosa che avrebbe dovuto essere la forza morale trainante”. “Questa risoluzione denuncia la presa di ostaggi, ricordando che ciò viola il diritto internazionale”, ha affermato, sottolineando che la presa in ostaggio di civili innocenti è un crimine di guerra. “Quando si tratta di riportare a casa gli ostaggi, il Consiglio di Sicurezza non deve accontentarsi solo delle parole, ma agire, azioni concrete”, ha concluso.
Intanto da Israele arriva la notizia che il premier Benjamin Netanyahu ha annullato la missione di una delegazione in partenza per gli Stati Uniti dopo che la Casa Bianca non ha posto il veto nel Consiglio di Sicurezza sulla risoluzione che chiede l’immediato cessate il fuoco a Gaza. Dal governo israeliano si dichiara che l’astensione degli USA “danneggia sia lo sforzo bellico che il tentativo di liberare gli ostaggi, perché da’ ad Hamas la speranza che la pressione internazionale permetterà loro di accettare un cessate il fuoco senza il rilascio dei nostri rapiti”, ha spiegato l’ufficio del premier. La delegazione israeliana avrebbe dovuto includere il ministro degli Affari strategici Ron Dermer e il consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi”. (aise)