La voce di New York/ Il presidente Mattarella all’Assemblea Generale: “Serve una nuova ONU” – di Federica Farina

foto UN

NEW YORK\ aise\ - “Ultima tappa per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a New York. Stamattina (ieri - ndr) è stato accolto al Palazzo di Vetro dal Segretario Generale Antonio Guterres ed è intervenuto all’Assemblea Generale, in una riunione plenaria richiesta dalla Rappresentanza Permanente d’Italia”. A scriverne è Federica Farina su “La voce di New York”, quotidiano online diretto da Giampaolo Pioli.
““L’Italia ha sempre avuto un ruolo di primo piano nel mantenere la pace – ha cominciato Guterres. – Del presidente ricordiamo la dedizione ferma a un futuro più pacifico, prospero e sostenibile”. E lo stesso elogio è arrivato anche da parte del presidente dell’Assemblea Generale, Dennis Francis: “Il suo impegno per il progresso, fondato sui principi raccolti nella Carta delle Nazioni Unite, rievoca i valori che cerchiamo di sostenere sempre e l’intenzione a una collaborazione più forte fra gli Stati sovrani”.
Il presidente Mattarella ha cominciato il suo discorso ripercorrendo l’entrata dell’Italia nelle Nazioni Unite, dopo il regime fascista e la Seconda Guerra Mondiale, ormai settanta anni fa. Non sarebbe potuto succedere altrimenti, “perché i principi fondamentali della Costituzione del 1948 della Repubblica Italiana corrispondono, per molti versi, a quelli che ispirano la Carta delle Nazioni Unite. L’obiettivo del multilateralismo ha rappresentato il pilastro fondamentale della nostra politica estera e con orgoglio accogliamo sul nostro territorio uffici e strutture delle Nazioni Unite, da Torino a Roma, da Firenze a Trieste, a Brindisi”.
Questi stessi principi, insieme al sistema internazionale, sono oggi minacciati da conflitti continui, crisi climatiche e violazioni dei diritti umani. “L’aggressione contro l’Ucraina, la catastrofe umanitaria a Gaza, le gang ad Haiti, gli abusi in Sudan – ha detto a sua volta il presidente Francis, – devono costringerci a riflettere sull’efficacia delle istituzioni non solo per la sostenibilità futura, ma anche perché ne consegue una profonda sfiducia”. Anche il Segretario Generale Guterres ha rimarcato: “Dobbiamo riformarci. Dobbiamo cambiare il lavoro del Consiglio di Sicurezza, di queste organizzazioni che sono state create 80 anni fa e che presentano una architettura non funzionale, obsoleta e ingiusta”.
A questo proposito, il presidente Mattarella è intervenuto: “Queste istituzioni sono state modellate sui rapporti usciti dalla Seconda Guerra mondiale, sulla guerra. È tempo di plasmarle sulla pace, tenendo conto delle positive iniziative di cooperazione continentale cresciute in questi decenni, come l’Unione Africana e l’Unione Europea e di quelle in itinere in altre regioni del mondo”.
Ha poi sottolineato il ruolo cruciale delle Nazioni Unite, della sua Carta e della Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1948, come “fondamenti della convivenza tra i popoli”: “Un’esigenza riflessa nel mantenimento della pace, suo obiettivo primario. Serve un’ONU sempre più rappresentativa ed efficace. Ogni strada opposta, ogni assenza, conduce a peggiorare le prospettive della condizione umana. Ogni prospettiva di rilancio delle sue attività e dei suoi metodi di funzionamento non può dunque che partire dalle determinazioni individuali dei 193 Stati che ne fanno parte ad impegnarsi di più”.
Sono state dure le parole del presidente Mattarella rivolte alla Russia – presente alla riunione plenaria: “L’aggressione mossa dalla Federazione Russa all’Ucraina contraddice le ragioni fondanti dell’ONU ed è ancora più grave in quanto proveniente da uno dei Paesi su cui ricadono maggiori responsabilità nella comunità internazionale, come membro permanente del Consiglio di Sicurezza. Uno Stato – per quanto potente, per quanto dotato di un minaccioso arsenale nucleare – non può pensare di violare, senza sanzioni, principi come quelli della sovranità, dell’integrità territoriale e dell’indipendenza di un altro.”
Il capo di Stato italiano ha criticato duramente anche il dato sulla spesa globale per le armi – che lo scorso anno ha raggiunto 2.400 miliardi di dollari, il più alto dell’ultimo decennio. “Sono risorse che servirebbero per alleviare le crisi umanitarie che hanno coinvolto oltre cento milioni di esseri umani, favorire la crescita economica e sociale, contrastare gli effetti del cambiamento climatico e le insidie globali per la salute, promuovere lo sviluppo morale e intellettuale delle giovani generazioni e che invece, a causa del rilancio di mire espansionistiche di alcuni Stati, sono state destinate all’acquisto di mezzi distruttivi”. Ha esortato la comunità internazionale a collaborare, come sta facendo l’Italia. “Dobbiamo raggiungere una de-escalation: è uno degli obiettivi che la Repubblica Italiana si è assegnata nell’assumere la Presidenza del G7″.
Il presidente Mattarella ha chiesto il cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza e, come obiettivo fondamentale, il riconoscimento “pieno e reciproco dei due Stati di Israele e di Palestina”. E ancora si è parlato della crisi in Siria e Yemen, perché “garantire la libertà e la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso è parte degli elementi caratterizzanti le ragioni della convivenza internazionale”.
Il nostro presidente ha celebrato il continente africano per le sue grandi prospettive sottolineando che il suo sviluppo “rappresenta un interesse comune all’Europa e una chiave essenziale per affrontare con successo le numerose sfide del presente. L’Italia ha continuato il suo impegno attraverso lo svolgimento del Summit Italia-Africa a Roma lo scorso gennaio e il lancio del Piano Mattei per lo sviluppo sostenibile””. (aise)