La voce di New York/ Maxi-scambio di prigionieri tra Usa e Russia. Biden e Harris: “Fine del calvario” - di Gennaro Mansi
NEW YORK\ aise\ - "Si è concluso giovedì all’aeroporto di Ankara, in Turchia, il più grande scambio di prigionieri tra Stati Uniti e Russia dalla fine della Guerra Fredda. La maxi-operazione, preparata in gran segreto dai funzionari di Mosca e Washington con l’intermediazione dell’intelligence turca, ha portato alla liberazione di 26 persone detenute tra Russia, Bielorussia, Stati Uniti, Germania, Polonia, e Slovenia. Tra i prigionieri coinvolti ci sono gli attivisti Vladimir Kara-Murza, Oleg Orlov e Lilia Chanysheva, oltre all’ex consigliere comunale di Mosca Ilya Yashin. La lista comprende l’inviato statunitense del Wall Street Journal Evan Gershkovich (recentemente condannato a 16 anni per spionaggio) e l’ex Marine USA Paul Whelan – anche lui trasferito nelle ultime ore da una colonia penale in Mordovia. Nella rosa dei liberati figura inoltre la cittadina russa-statunitense Alsu Kurmasheva, reporter in servizio presso l’emittente Radio Free Europe/Radio Liberty". Ne scrive Gennaro Mansi su La Voce di New York, quotidiano italiano a New York diretto da Lorenzo Robustelli.
""Oggi riportiamo a casa Paul, Evan, Alsu, Vladimir. Il loro brutale calvario è finito e sono liberi“, ha detto il presidente statunitense Joe Biden in un discorso alla nazione, giovedì pomeriggio. “Accordi come questo comportano decisioni difficili e non ci sono mai garanzie”, ha aggiunto. “Ma per me non c’è niente di più importante che proteggere gli americani, in patria e all’estero”.
Gli ha fatto eco la vicepresidente Kamala Harris, che in un post su X ha festeggiato il rilascio di “Paul, Evan, Alsu, Vladimir e altri che erano ingiustamente detenuti in Russia”. “Mi dà grande conforto sapere che il loro orribile calvario è finito e che presto si riuniranno alle loro famiglie”, le parole della candidata dem alle elezioni di novembre, che ha promesso che l’amministrazione Biden “non smetterà di lavorare fino a quando ogni americano ingiustamente detenuto o tenuto in ostaggio non sarà riportato a casa”.
A confermare l’accordo anche il Cremlino, con il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov, che si è detto fiducioso che i “nemici” liberati restino alla larga dalla Russia, come scrive l’agenzia di stampa statale TASS. “Credo che tutti i nostri nemici debbano rimanere fuori (dalla Russia) e che tutti coloro che non sono nostri nemici debbano tornare“.
Le indiscrezioni su un imponente scambio di prigionieri si erano amplificate nelle ultime ore, dopo che diversi detenuti eccellenti erano stati trasferiti dalle autorità russe verso località sconosciute. Contestualmente, all’inizio di questa settimana, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko aveva significativamente deciso di graziare il mercenario tedesco Rico Krieger, precedentemente condannato a morte per terrorismo.
Nel primo pomeriggio di giovedì i media turchi hanno mostrato le immagini di un aereo contrassegnato da un tricolore russo in un terminal dello scalo ancirano, affiancato a poca distanza da due aerei più piccoli. Nelle ore precedenti fonti russi avevano avvistato un Antonov An-148 – già utilizzato nello scambio del trafficante d’armi Viktor Bout con la cestista WNBA Brittney Griner – nell’exclave centroeuropea di Kaliningrad dopo essere partito in mattinata dall’aeroporto Vnukovo di Mosca.
Sempre in mattinata un altro jet russo – Tu-204-300 – era decollato da Mosca alla volta della capitale turca. Anche in questo caso si tratta di un modello già impiegato in passato per operazioni diplomatiche di questo genere (avendo portato a Mosca l’oligarca ucraino filo-russo Viktor Medvedchuk in cambio dei prigionieri ucraini dell’acciaieria Azovstal).
Le autorità russe hanno compiuto “grandi sforzi per mantenere segrete le informazioni fino all’ultimo momento,” ha confermato in mattinata una fonte anonima a Politika.Kozlov – una rubrica curata dal giornalista russo ed esperto cremlinologo Pyotr Kozlov.
Tra i detenuti russi liberati dai Paesi occidentali figura la coppia formata dai coniugi russi Ludwig Gisch e Maria Rosa Mayer Munos: dopo essersi dichiarati colpevoli di “spionaggio e falsificazione di documenti”, i due sono stati condannati mercoledì da un tribunale di Lubiana che ne ha contestualmente ordinato un’altrimenti insolita espulsione dalla Slovenia.
Nelle stesse ore, dal database del Federal Bureau of Inmate statunitense sono scomparse le informazioni su quattro cittadini russi detenuti per vari reati. Secondo la TASS, si tratterebbe di Alexander Vinnik, Vladislav Klyushin, Vadim Konoschenko e Maxim Marchenko. A inizio anno Vinnik si è dichiarato colpevole di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro mediante criptovalute dal 2011 al 2017. Klyushin è stato invece condannato lo scorso anno a nove anni di carcere per un’operazione online di insider trading del valore di 93 milioni di dollari. Gli altri due – Konoschenko e Marchenko – sono stati invece arrestati per contrabbando in Russia di componenti tecnologici e munizioni di fabbricazione statunitense.
Da mesi le autorità russe, compreso il presidente Vladimir Putin, avevano segnalato apertura a uno scambio che riguardasse Gershkovich con lo stesso modus operandi che nel 2022 portò alla liberazione della cestista Brittney Griner, scambiata con il trafficante d’armi Viktor But pochi mesi dopo la condanna della giovane texana a 9 anni per possesso di stupefacenti (all’aeroporto di Mosca le avevano trovato in valigia poco meno di un grammo di olio di cannabis).
Per il giornalista del Journal la potenziale contropartita era stata identificata nell’agente russo Vadim Krasikov, condannato all’ergastolo in Germania nel 2019 per il brutale assassinio di Zelimkhan “Tornike” Khangoshvili, ex leader paramilitare anti-russo in Georgia e Cecenia e informatore dell’intelligence di Berlino. Anche Krasikov, secondo le indiscrezioni, sarebbe in viaggio verso Mosca con il beneplacito delle autorità tedesche.
L’ultima operazione di questa portata risale al 2010, quando 10 russi detenuti dagli Stati Uniti furono scambiati con quattro agenti detenuti da Mosca dopo aver confessato di essere spie. Il precedente numericamente più prossime risale invece al 14 novembre 1985: in quel caso vennero liberati in tutto 23 prigionieri – quattro nelle mani dei sovietici e 19 in quelle di Washington e alleati.
Il più celebre – anche grazie a Hollywood – resta però di gran lunga lo scambio del 10 febbraio 1962 che coinvolse il pilota statunitense Francis Gary Powers, catturato dai sovietici nel 1960, e Rudolf Abel, un importante spia sovietica arrestata a New York nel 1957. Per la transazione fu scelto un luogo simbolico: il ponte di Glienicke, noto anche come il “Ponte delle Spie”, che separava/collegava Berlino ovest (controllata da USA, Francia e Regno Unito) e Potsdam, nella Germania dell’Est controllata dai sovietici.
Quest’ultima vicenda è stata poi ripresa nel 2015 da Steven Spielberg ne Il ponte delle spie – interpretato da Tom Hanks e Mark Rylance, che si aggiudicò il premio Oscar come migliore attore non protagonista". (aise)