La voce di New York/ Ucraina, nulla di fatto dai colloqui fra Putin e Witkoff a Mosca – di Alessandra Quattrocchi


NEW YORK\ aise\ - “Cinque ore di colloquio e un nulla di fatto fra Vladimir Putin e Steve Witkoff e Jared Kuchner, gli emissari di Trump al Cremlino. Witkoff è ripartito da Mosca e funzionari russi riferiscono che non si è compiuto alcun passo avanti verso la fine della guerra in Ucraina. Saltato anche il vertice di cui si era parlato fra Putin, Witkoff e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky”. Ne scrive Alessandra Quattrocchi su “La voce di New York”, quotidiano online diretto da Giampaolo Pioli.
“Si è a questo punto morto, dopo due settimane di caos diplomatico e trattative serrate, iniziate con il piano di pace Usa in 28 punti (che poi si è scoperto dettato da Mosca) seguita da un tentativo frenetico — che ha coinvolto Ucraina ed Europa — di elaborare una controproposta più accettabile per Kyiv. Vladimir Putin però non è malleabile, e del resto la posizione di Washington appare chiara: trovare un compromesso con il Cremlino, escludendo l’Europa per quanto possibile. In questa situazione, l’uomo forte di Mosca tiene la linea dure, a prescindere dalla situazione sul terreno che – fra perdite di vite umane e danno economico – è poco sostenibile anche per l’esercito russo oltre che per l’Ucraina.
In questo contesto, tornando a Roma dal suo viaggio in Libano tutto improntato agli appelli di pace, papa Leone XVI – il Papa americano – ha detto ai giornalisti “è evidente che il presidente degli Stati Uniti all’inizio pensava di poter fare la pace in Ucraina senza l’Europa. Ma la presenza dell’Europa è importante. Io posso suggerire la mediazione della Santa Sede per una pace giusta”.
Su quanto è successo a Mosca: il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov ha dichiarato che, dopo l’incontro durato cinque ore, le due delegazioni “non sono né più vicine né più lontane dal risolvere la crisi in Ucraina. C’è molto lavoro da fare”. Martedì, un collegamento video aveva mostrato Vladimir Putin mentre chiedeva a Witkoff del breve giro turistico fatto a Mosca, e Witkoff, ovviamente, ha definito la città magnificent. Il collegamento è stato poi interrotto.
Volodymyr Zelenskyy da parte sua ha detto di temere che gli Stati Uniti possano perdere interesse nel processo di pace (il sottotesto è: “se capiscono che non c’è nulla da guadagnare”). “Se qualcuno dei nostri alleati è stanco, io ho paura,” ha detto Zelenskyy a un evento a Dublino. “È l’obiettivo della Russia distogliere l’attenzione dell’America da questa situazione.” Il presidente ucraino ha aggiunto di essere “in attesa di segnali” dalla delegazione statunitense. Witkoff potrebbe incontrare Zelenskyy da solo.
Vladimir Putin ha usato i colloqui di martedì anche per minacciare, dicendo che la Russia è pronta a una guerra con l’Europa. “L’Europa sta impedendo all’amministrazione americana di raggiungere la pace in Ucraina,” ha dichiarato ai media statali russi: “La Russia non intende combattere l’Europa, ma se l’Europa inizia, noi siamo pronti subito.” Il riferimento potrebbe essere alle dichiarazioni del leader del Comitato Militare della Nato, l’ammiraglio italiano Giuseppe Cavo Dragone, che in una intervista al Financial Times aveva rivelato che anche ‘un attacco preventivo’ alla Russia potrebbe essere considerato ‘un’azione difensiva’.
Sul terreno, continua la battaglia attorno alla città di Pokrovsk, che la Russia aveva già dato per conquistata.Le autorità ucraine hanno arrestato un istruttore militare britannico accusato di spionaggio per la Russia e di aver pianificato omicidi mirati. Un tanker battente bandiera russa, che sosteneva di trasportare olio di girasole verso la Georgia, ha riferito di essere stato colpito da un attacco di droni al largo della costa turca martedì, senza feriti tra i 13 membri dell’equipaggio; la Russia parla di pirateria.
Infine, cruciale la discussione che sta per aprirsi nell’Unione Europea al vertice dei capi di Stato e di governo che comincia oggi. La Commissione europea prevede di presentare una proposta – di cui si discute da tempo – per utilizzare gli asset russi congelati a sostegno dell’Ucraina, lasciando aperta anche la possibilità di ricorrere ai mercati finanziari o a una combinazione delle due opzioni. Sarebbe una mossa fondamentale per garantire fondi a Kyiv e segnalare il concreto sostegno europeo. Ma non tutti i paesi Ue sono d’accordo.
A ottobre i leader dell’UE avevano raggiunto un’intesa di coprire le “necessità finanziarie urgenti” dell’Ucraina per i prossimi due anni, ma non avevano approvato il piano per usare i 140 miliardi di euro di asset sovrani russi congelati in Europa come prestito a Kyiv, a causa fra l’altro della forte opposizione del governo belga — preoccupato che, poiché il deposito Euroclear con la maggior parte degli asset si trova in Belgio, il Paese possa essere esposto a future ritorsioni legali da parte della Russia – quando la guerra sarà finita”. (aise)