La voce di New York/ Ucraina, Trump: domani parlerò con Putin, discutiamo la divisione degli asset – di Maria Galeotti

NEW YORK\ aise\ - “Il presidente americano Donald Trump ha detto che ha intenzione di parlare con il suo omologo russo Vladimir Putin domani (martedì) per discutere della fine della guerra in Ucraina. “Abbiamo lavorato molto nel weekend”, ha detto Trump ai giornalisti sull’Air Force One durante un volo notturno di ritorno dalla Florida all’area di Washington. “Vogliamo vedere se possiamo porre fine a questa guerra. Forse ci riusciremo, forse no, ma penso che abbiamo ottime possibilità”. “Parleremo di territori. Parleremo di centrali elettriche. Credo che gran parte di questo sia già stato discusso ampiamente da entrambe le parti, Ucraina e Russia. Stiamo già parlando di dividere alcuni beni”. L’approccio commerciale di Trump solleva nuovi dubbi sulla proposta di cessate il fuoco di 30 giorni, già accettata dall’Ucraina la scorsa settimana”. Così scrive Maria Galeotti su “La voce di New York”, quotidiano online diretto da Giampaolo Pioli.
“Il miliardario Steve Witkoff, inviato speciale di Trump (che, pur essendo ufficialmente il delegato per il Medio Oriente, sembra ora essere il principale diplomatico della Casa Bianca), ha viaggiato a Mosca nel fine settimana, incontrando Putin per diverse ore e riferendo che il presidente russo “accetta la filosofia” del piano di pace e che è stato accolto con un atteggiamento “positivo” e “orientato alla soluzione”.
Concretamente, però, la Russia continua a combattere e sembra vicina alla vittoria contro le forze ucraine nella regione occidentale russa di Kursk. Entrambe le parti continuano a condurre campagne di attacchi aerei.
Witkoff non ha confermato se le richieste di Putin includano condizioni inaccettabili per Kiev (e per molti paesi dell’UE), tra cui il riconoscimento internazionale come russi dei territori ucraini annessi dalla Russia, limitazioni alla capacità di mobilitazione dell’Ucraina, la cessazione degli aiuti militari occidentali e il divieto di schierare forze di pace straniere per mantenere il cessate il fuoco. Quest’ultimo punto è cruciale per Mosca, che non vuole truppe europee di paesi NATO alle porte di casa.
Witkoff ha aggiunto che sia Mosca che Kiev saranno consultate nel corso della settimana.
Domenica, il vice ministro degli Esteri russo Alexander Grushko ha dichiarato che qualsiasi piano di pace dovrebbe includere “ferree garanzie di sicurezza”, tra cui lo status neutrale dell’Ucraina e il rifiuto dei paesi NATO di accettarla nell’Alleanza. Ha aggiunto che “non importa sotto quale etichetta i contingenti NATO dovessero essere dispiegati sul territorio ucraino: che sia l’Unione Europea, la NATO o in veste nazionale, se appaiono lì significa che sono schierati nella zona di conflitto, con tutte le conseguenze per questi contingenti in quanto parti del conflitto”.
Anche il governo di Giorgia Meloni non accetta il principio della presenza di truppe europee in Ucraina e ha dichiarato che non invierà soldati italiani. D’altra parte, il presidente francese Emmanuel Macron ha affermato che il permesso della Russia non è necessario, sottolineando che l’Ucraina è uno stato sovrano. “Se l’Ucraina richiede forze alleate sul suo territorio, non spetta alla Russia accettarle o rifiutarle.”
Secondo Mosca, l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022 è stata una logica conseguenza della minaccia alla sicurezza della Russia perché la Nato era disponibile all’adesione dell’Ucraina”. (aise)