L’Italoamericano/ Luci, camera, canzone! La musica italiana nel cinema internazionale – di Francesco Bezzone

Photo: Salih Kuelcue/Dreamstime

LOS ANGELES\ aise\ - “Quando si pensa alla musica e al cinema italiani, due nomi vengono subito in mente: Ennio Morricone e Nino Rota, compositori di alcune delle colonne sonore più straordinarie e celebri nella storia della Settima Arte. È giusto dire, quindi, che la musica italiana ha da tempo un ruolo centrale nel cinema internazionale, ma non soltanto grazie al lavoro di questi due giganti, specializzati nella creazione di partiture per il grande schermo. La musica italiana, infatti, è stata protagonista sul Silver Screen anche attraverso i suoi brani più popolari, dai classici della tradizione fino a tracce più contemporanee, entrando a far parte della narrazione cinematografica tanto quanto alcuni dei più grandi divi di Hollywood”. Si apre con queste riflessioni l’articolo a firma di Francesca Bezzone, pubblicato di recente dal quotidiano bilingue L’Italoamericano.
“Uno dei brani italiani più iconici mai inseriti in un film internazionale è Nel Blu Dipinto di Blu di Domenico Modugno, noto a tutti come Volare. Pubblicato nel 1958, fu un successo planetario, vincendo i primi Grammy Awards della storia nelle categorie Record of the Year e Song of the Year. La sua melodia trascinante e il ritornello inconfondibile lo hanno reso una scelta ideale per i registi. Un esempio celebre è Il Talento di Mr. Ripley (1999) di Anthony Minghella, dove la canzone si fonde perfettamente con l’ambientazione italiana del film e con la spensieratezza dei suoi personaggi. Un altro classico legato allo stesso film è Tu Vuò Fà l’Americano di Renato Carosone, brano del 1956 che ironizza sugli italiani che, nel dopoguerra, cercavano di emulare lo stile di vita americano. La canzone viene eseguita in una scena ambientata in un jazz club da Rosario Fiorello, aggiungendo energia e autenticità al momento. Non è la prima volta che il brano appare al cinema: era già stato utilizzato nel film La Baia di Napoli (1960) con Sophia Loren.
Un altro brano che ha trovato nuova vita grazie al cinema è Via con Me di Paolo Conte, pubblicato nel 1981. Con il suo ritmo jazzato e i suoi testi dal sapore ironico e sognante, è stato scelto per film come French Kiss (1995) e Sapori e Dissapori (2007), dove ha aggiunto un tocco di charme e raffinatezza alle scene.
Negli ultimi anni Bella Ciao, il celebre inno della Resistenza italiana durante la Seconda Guerra Mondiale, è diventata un vero fenomeno globale dopo il suo inserimento nella serie spagnola La Casa di Carta (Money Heist). Un altro classico italiano che ha oltrepassato i confini nazionali grazie al cinema è Gloria di Umberto Tozzi. Pubblicata nel 1979, ha ricevuto nuova attenzione quando è stata inserita nella colonna sonora di The Wolf of Wall Street (2013) di Martin Scorsese. La canzone accompagna una scena su uno yacht, sottolineando con la sua energia l’opulenza sfrenata e il caos della vita del protagonista, Jordan Belfort. Sebbene all’epoca fosse già un successo in Italia e Francia, la sua presenza nel film l’ha portata all’attenzione di un nuovo pubblico, trasformandola in un pezzo cool, qualcosa che forse, in origine, non aveva mai aspirato a essere.
Ma attenzione: non sono solo i grandi classici del passato a trovare spazio nelle colonne sonore internazionali. Anche la musica italiana più recente è riuscita a lasciare il segno. È il caso di Bando di Anna, brano rap del 2020 che è stato inserito nella colonna sonora di Fast X (2023), decimo capitolo della saga Fast & Furious.
Un’altra dimostrazione del successo della musica italiana nel cinema è Meravigliosa Creatura di Gianna Nannini, uscita nel 1995. Il brano è stato scelto per The Krenes Case (2013), film che ha vinto il prestigioso Orso d’Oro al Festival di Berlino. Anche In Ginocchio da Te di Gianni Morandi, hit del 1964, è stata inserita in un film internazionale: Parasite (2019) di Bong Joon-ho. Il brano, con la sua melodia malinconica e la sua interpretazione intensa, aggiunge un tocco di ironia a un film che esplora semi important come le dinamiche di classe e il desiderio di ascesa sociale.
Anche il cinema americano ha spesso attinto ai classici italiani per ricreare atmosfere autentiche. Un esempio è Bongo Cha Cha Cha di Caterina Valente, brano del 1959 utilizzato in Spider-Man: Far From Home (2019). Con il suo ritmo coinvolgente, la canzone riesce a evocare quel senso di dolce vita nostalgica che, seppur idealizzata, continua a esercitare un fascino senza tempo.
Infine, non possiamo dimenticare Traffic Boom di Piero Piccioni, brano jazz strumentale che è stato scelto per Il Grande Lebowski (1998). La sua atmosfera rilassata e sofisticata si adattava perfettamente all’estetica e al tono eccentrico del film, sottolineandone il carattere fuori dagli schemi.
Tutti questi esempi dimostrano come la musica italiana sia stata, e continui a essere, una componente essenziale del cinema mondiale. Se da un lato registi e sceneggiatori utilizzano questi brani per enfatizzare momenti chiave della narrazione, dall’altro il cinema ha permesso a molte canzoni di ottenere una nuova vita e di raggiungere un pubblico globale. È uno scambio continuo, in cui cinema e musica si influenzano a vicenda, arricchendosi reciprocamente. Le colonne sonore danno profondità ed emozione alle scene, creano contrappunti narrativi e aggiungono un tocco d’Italia ad un’altra opera d’arte. Questa è certamente una connessione destinata a durare!”. (aise)