Fusione nucleare e decarbonizzazione: la Giornata della ricerca italiana a Madrid

MADRID\ aise\ - L’Ambasciata d’Italia a Madrid ha ospitato ieri, 9 aprile, “Fusione Nucleare: prospettive e sfide per la decarbonizzazione del pianeta” evento organizzato in occasione della Giornata della Ricerca Italiana nel Mondo (GRIM) 2025.
Presenti all’evento personalità di spicco nell’ambito della ricerca, oltre che i rappresentanti di quindici tra le principali aziende italiane e spagnole attive nel settore.
Nel suo intervento d’apertura, l’Ambasciatore Giuseppe Buccino Grimaldi ha sottolineato l’importanza che la fusione nucleare potrebbe rivestire a livello globale, convertendosi nel medio periodo in “una fonte di energia abbondante, sicura, accessibile e rispettosa dell’ambiente, consentendo di limitare gli effetti del cambiamento climatico che così tanto affligge i nostri due Paesi”. L’Ambasciatore ha anche evidenziato il grande impegno che Italia e in Spagna stanno investendo in progetti non solo multilaterali, ma anche bilaterali, come testimonia “la menzione esplicita della Fusione Nucleare in un protocollo di intesa sulla ricerca di base tra Italia e Spagna, firmato lo scorso anno”, oltre che “il forte interesse italiano per un grande laboratorio internazionale in costruzione a Granada, dove saranno studiati materiali da impiegare nei futuri reattori”.
Buccino ha infine ricordato le personalità italiane di spicco nel campo della ricerca sulla fusione, come Francesco Romanelli, che “ha diretto per molti anni il più grande esperimento di fusione a confinamento magnetico al mondo, JET, nei pressi di Oxford”, e Pietro Barabaschi, “che oggi dirige in Francia la costruzione di ITER, il grande reattore internazionale erede di JET, nel quale riponiamo grandi speranze”, ed ha ringraziato gli enti di ricerca spagnoli, rappresentati all’evento da Yolanda Benito e Inmaculada Figueroa.
L’evento, suddiviso in tre panel, è stato moderato dall’Addetto Scientifico dell’Ambasciata d’Italia, il professor Sergio Scopetta, che ha introdotto il fenomeno della fusione dal punto di vista microscopico a beneficio del pubblico meno esperto.
Sono intervenute, per ogni panel, personalità di grande rilievo scientifico e accademico.
Nel primo, Paola Batistoni, Responsabile del Settore Fusione dell’ENEA, Carlos Hidalgo, Direttore del Laboratorio Nazionale di Fusione del CIEMAT, e Pedro Velarde, Professore alla Universidad Politécnica di Madrid, hanno descritto lo stato della ricerca nel campo, nei due paesi. Nel secondo panel sono stati descritti due grandi progetti internazionali, in costruzione in Italia e Spagna. Il consorzio DTT a Frascati è stato introdotto dal presidente Francesco Romanelli, mentre IFMIF-DONES a Granada è stato presentato dal direttore scientifico, Ángel Ibarra.
I due progetti affrontano due sfide cruciali per i futuri impianti, quali l’impiego efficiente dell’enorme energia attesa dai futuri reattori e la caratterizzazione dei materiali che saranno impiegati. I relatori si sono trovati in forte accordo su un nuovo paradigma operativo, quello di includere l’industria fin dalla fase progettuale delle iniziative e non solo in quella realizzativa, per garantire la rapidità di esecuzione richiesta.
Il ruolo dell’industria nei progetti è stato poi esemplificato da Francesca Ferrazza, responsabile dell’unità Magnetic Fusion Initiatives di ENI, azienda attiva a livello internazionale nella fusione nucleare in tutti i suoi aspetti, e Ana Belén del Cerro, Industrial Liaison Officer del “Centro per lo Sviluppo Tecnologico e Industriale (CDTI)”.
Quindi, il direttore dell’Agenzia Europea “Fusion for Energy”, Marc Lachaise, ha illustrato l’azione europea nei grandi progetti internazionali.
Infine, Yolanda Benito, Direttrice Generale del CIEMAT, Stefano Fabris, Direttore dell’Area Fisica del CNR, Diego Bettoni, responsabile dell’area nucleare dell’INFN e Paola Batistoni (ENEA) si sono confrontati dal punto di vista istituzionale.
L’importanza della cooperazione bilaterale tra Italia e Spagna è stata ribadita, in particolare per il progetto IFMIF-DONES. I relatori italiani hanno evidenziato inoltre la necessità di avere un maggior coordinamento e di sostenere l’attività di formazione, in parte interrotta nel nostro paese con l’abbandono dei progetti di fissione. Molta attenzione si dovrà rivolgere inoltre all’attrazione di nuovi talenti, per garantire un ricambio generazionale nella leadership dei progetti di fusione. Data l’attenzione recente riservata in Italia a questo settore, anche a livello governativo, il momento appare particolarmente propizio per agire. (aise)