Farnesina e dintorni

ROMA – focus/ aise – “Con grande determinazione assumo il ruolo di Ambasciatore a Beirut. Italia e Libano hanno legami profondi. Sono entusiasta di mettermi al lavoro per promuovere comprensione reciproca e collaborazione”. Sono queste le prime parole da neo Ambasciatore d’Italia in Libano di Fabrizio Marcelli.
Nato a Roma, classe 1961, Marcelli ha studiato giurisprudenza presso l’Università di Roma per poi continuare la sua formazione presso l'Istituto Diplomatico. Dopo, entra a far parte della Farnesina, presso la Dir. Gen. Cooperazione allo Sviluppo, Uff. XIII, nel 1991. A seguire, diventa Segretario di legazione. Nel 1993 il primo incarico all’estero, nel Madagascar, dove diventa secondo segretario commerciale ad Antananarivo. Nel 1995 diventa Console a Mar del Plata. Poi si trasferisce a Colonia con funzioni di Console, nel 1999. Torna poi alla Farnesina, alla Dir. Gen. Cooperazione Economica e Finanziaria Multilaterale, nel novembre 2000 e poi alla Dir. Gen. Paesi Mediterraneo e Medio Oriente, nel 2002. Torna poi in Argentina, a Buenos Aires, diventando nel 2004 Consigliere per l'emigrazione e gli affari sociali. In seguito, consigliere di ambasciata. Confermato a Buenos Aires con funzioni di Primo consigliere per l'emigrazione e gli affari sociali, nel 2007. Nel 2008 diventa Console Generale a San Francisco, 2008.
Torna poi alla Farnesina 4 anni dopo, alle dirette dipendenze del Direttore Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza. Capo Uff. II della Dir. Gen. Affari Politici e Sicurezza, 2012.
Vola in Africa, assumendo il ruolo di Ambasciatore a Mogadiscio, nel 2014. Poi in Nuova Zelanda, dove diventa Ambasciatore a Wellington.
Accreditato, con credenziali di Ambasciatore, anche a Nuku'Alofa (Tonga), Apia (Samoa), Tarawa (Kiribati), Vaiaku (Tuvalu), Majuro (Isole Marshall), Avarua (Isole Cook) e ad Alofi (Niue), 19 settembre 2016. Cessa dall’accreditamento a Majuro (Isole Marshall) il 4 luglio 2019. Al Ministero, 26 ottobre 2020.
L’ultimo ruolo è quello di incaricato d’Affari a Kinshasa, assunto nel 2021. Torna poi alla Farnesina, alle dirette dipendenze del Direttore Generale per l’Unione Europea e Coordinatore per le tematiche relative alle Reti Transeuropee “TEN – T”, e poi presta servizio, fuori ruolo, presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali quale Consigliere diplomatico dell’On. Ministro.
Il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, ha presieduto il 2 maggio una riunione del Tavolo di lavoro per le imprese italiane in Russia.
Oltre ai vertici della Farnesina, vi hanno preso parte il presidente di ICE Agenzia, Matteo Zoppas, funzionari del Ministero dell’Economia e Finanze e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, di Confindustria, ABI, Confapi e Filiera Italia e aziende con rilevanti investimenti nella Federazione Russa. Hanno inoltre partecipato l’Ambasciata d’Italia a Mosca e i vertici delle associazioni imprenditoriali italiane in Russia.
“Ho voluto organizzare questo incontro, convocato a seguito delle recenti misure disposte dal Governo russo nei confronti di alcune aziende straniere, tra cui Ariston Thermo Group, perché il Governo, da sempre a fianco delle aziende all’estero, è fermamente convinto che il dialogo con il mondo delle imprese e con le associazioni di categoria sia cruciale in questa fase per affrontare il complesso quadro russo”, ha commentato Tajani. “La presidente Meloni si è interessata direttamente e tutti i Ministeri competenti sono al lavoro. Come Farnesina, ci siamo attivati da subito a Roma, Bruxelles e Mosca”.
Il ministro Tajani ha fatto riferimento alle misure attualmente allo studio, innanzitutto a livello europeo, per poter ottenere risarcimenti per quelle imprese coinvolte in provvedimenti analoghi a quelli che hanno colpito Ariston e altre aziende europee. Circa i fondi russi congelati, ha ribadito come l’atteggiamento del Governo italiano sia sempre stato improntato al massimo equilibrio, tenendo conto degli interessi dell’imprenditoria italiana.
Tajani ha invitato le aziende presenti a considerare la riunione di oggi come il lancio di un tavolo permanente di confronto e ha anticipato l’intenzione di convocare un ulteriore incontro con le imprese dedicato alla situazione nel Mar Rosso.
Il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli, è intervenuto il 29 aprile presso il Centro Alti Studi per la Difesa di Roma, a Palazzo Salviati, sul tema della “Implicazione del Piano Mattei nel contesto della geopolitica dell’Italia e della Nato/UE”.
“L’Africa è un continente a noi vicino e con cui abbiamo legami storici, sociali, culturali, economici e di sicurezza rilevantissimi, che possiamo e dobbiamo ulteriormente approfondire. Un continente dalla cui stabilità e prosperità – che sono strettamente interconnesse – dipendono la stabilità e la prosperità dell’Italia, del Mediterraneo, dell’Europa e del mondo”, ha dichiarato il Viceministro Cirielli. “Solo attraverso la costruzione di un vero rapporto tra pari con i nostri partner africani è possibile contenere le ripercussioni delle crisi vicine, incidere sulle cause profonde delle migrazioni o contrastare il fascino di determinate forme di narrativa anti-occidentale”, ha aggiunto il Vice Ministro. “Nell’attuazione del Piano Mattei – ha chiarito Cirielli – in quanto approccio innovativo alla politica estera nei confronti dell’Africa, l’Italia può contare, oltre che su un peso geo-politico e geo-economico che non dobbiamo sottovalutare, su un settore della Difesa di eccellenza assoluta, all’avanguardia in tutte le sue componenti. Un settore della Difesa che ha l’ulteriore pregio di essere pienamente integrato, ora più che mai, nell’irrinunciabile quadro atlantico ed europeo. E quando parlo di eccellenza mi riferisco non solo al versante tecnologico e organizzativo, ma anche alla naturale vocazione italiana all’ascolto, al dialogo e al rispetto del diritto internazionale, di cui le nostre Forze Armate continuano a farsi portavoce nei teatri operativi più diversi – dal Niger al Libano, dalla Somalia al Golfo di Guinea, senza dimenticare i Balcani e il Medio Oriente – e nelle funzioni più varie, dal training, al peacekeeping fino all’assistenza sanitaria”.
“Quest’anno la presidenza italiana del G7, che avrà un forte focus sull’Africa e sul Mediterraneo Allargato – come anche evidenziato dalla presenza del Ministro degli Esteri mauritano a Capri – insieme alle prossime elezioni per il Parlamento Europeo, rappresenteranno un momento chiave per definire il ruolo che riusciremo a giocare per fungere da elemento “stabilizzante” in un quadro geopolitico tanto turbolento”, ha concluso Cirielli. “È importante comprendere come l’Italia sia al centro di una realtà internazionale caratterizzata da tensioni, divisioni e conflitti aperti, in cui è prioritario per il benessere dei nostri concittadini che il nostro Paese rilanci il proprio ruolo di costruttore di ponti tra Europa, Africa e Mediterraneo”. (focus\ aise)