I passi della cooperazione

Roma – focus/ aise - Il Presidente del Club Alpino Italiano Antonio Montani e il Presidente della Federazione alpinistica del Kosovo (Federata e Bjeshkatarisë dhe Ngjitjes Sportive e Kosovës) Arianit Nikçi hanno firmato nei giorni scorsi a Pristina una lettera di intenti che conferma e amplia la collaborazione già iniziata con il progetto di cooperazione allo sviluppo Natur Kosovo.
Alla cerimonia, ospitata dal Comitato olimpico del Kosovo, era presente il Vice Capo Missione dell’Ambasciata Ugo Ferrero, i responsabili della sede Aics di Tirana e una delegazione del Cai.
Quest’ultima, composta dal consigliere centrale Franco Capitanio, dal direttore della Scuola Centrale di Alpinismo Giovanni Maria Grassi, dal presidente della Commissione Scuole di Alpinismo Scialpinismo e Arrampicata Libera Mauro Loss e dal Presidente della Struttura Operativa Sentieri e Cartografia Alessio Piccioli, si è recata in missione in Kosovo per effettuare sopralluoghi nelle municipalità di Peja, Decani e Junik.
L’obiettivo è di realizzare la prima guida di sci alpinismo della zona nell’ambito del progetto KosovoSnow2024, che punta a consolidare i rapporti tra il Cai e la FBNSK attraverso la valorizzazione del turismo invernale sostenibile e l’avviamento della sezione scialpinistica della Federazione.
L’idea è nata come naturale proseguimento dei rapporti nati proprio nell’ambito del progetto Natur Kosovo, che punta alla valorizzazione del capitale naturale della repubblica balcanica attraverso il ripristino e la promozione della via Dinarica.
Si sono realizzate tra il 21 e 22 marzo le cerimonie di consegna di due impianti di trasformazione della manioca a Matsangoni e Magodi, rispettivamente nelle contee costiere di Kilifi e Kwale, in Kenya. Gli impianti, alimentati ad energia solare e comprensivi di una struttura per l’essiccazione, sono stati donati alle comunità di piccoli agricoltori locali per dare impulso alla trasformazione dei prodotti agricoli. Le infrastrutture sono state realizzate attraverso la componente italiana del Programma Go Blue, finanziato dall’Unione Europea (UE) e realizzata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) con il supporto tecnico dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari (CIHEAM Bari).
La componente italiana di Go Blue ha realizzato una serie di interventi a favore del rafforzamento della filiera della manioca, settore trainante per l’economia locale: dopo le formazioni a favore dei funzionari tecnici delle Contee e la distribuzione di sementi migliorate e più resistenti ai virus, questo intervento infrastrutturale intende dare a piccoli agricoltori la possibilità di accedere a nuovi mercati e aumentare gli introiti derivanti dalla vendita del prodotto trasformato, che è più redditizio e più facile da conservare rispetto a quello fresco.
“Oggi - ha spiegato Marco Riccardo Rusconi, Direttore dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo - assistiamo ai frutti di un percorso iniziato quattro anni fa, con il lancio di Go Blue in Kenya: l’apertura di questi impianti è la testimonianza che l’iniziativa sta concretamente supportando i piccoli agricoltori della costa nel creare valore aggiunto a partire dai prodotti locali, attraverso una struttura che è rispettosa dell’ambiente, aperta e inclusiva”.
"I due impianti che inauguriamo questa settimana sono la testimonianza che l'economia blu non riguarda solo il mare, ma bensì la valorizzazione dell’intero potenziale economico delle risorse nelle aree costiere in modo sostenibile per le popolazioni e per gli ecosistemi", ha aggiunto Ondej Simek, chargé d'affaires della Delegazione dell'Unione Europea in Kenya.
"Nella contea di Kilifi, siamo per la maggior parte pescatori o agricoltori - ha spiegato ancora Flora Betsa Chibule, vicegovernatrice della contea di Kilifi -. Siamo grati per questo impianto e, poiché la manioca è una coltura che cresce bene a Kilifi, stiamo incoraggiando gli agricoltori a coltivarla e integrarla con il mais e altre colture".
Per Fatuma Achani, governatrice della contea di Kwale, "questa non è la prima volta che riceviamo sostegno dall’Unione Europea. Alcuni mesi fa ricevevamo barche da pesca a Shimoni. Oggi siamo qui, in questo impianto di lavorazione della manioca. Ma non lo diamo per scontato, lo apprezziamo e vogliamo collaborare ancora di più". (focus\ aise)