I passi della cooperazione

ROMA – focus/ aise – Si terrà a Lecce presso la sede della Fondazione CMCC - Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, il prossimo 24 settembre, l'evento transnazionale del progetto ALIENA, organizzato dal CMCC con il coordinamento del Dipartimento Ambiente, Paesaggio e Qualità urbana della Regione Puglia.
L'incontro rappresenta un'importante occasione per presentare i primi risultati di questo progetto finanziato dal programma Interreg Italia-Croazia, volto ad affrontare il delicato problema delle specie non-native e del loro impatto sugli ecosistemi.
L'evento, come spiegato dalla Regione, riunirà un pubblico eterogeneo composto da ricercatori, esperti di monitoraggio ambientale, rappresentanti delle istituzioni pubbliche, decisori politici e attori del settore economico. Saranno presenti anche cittadini e appassionati interessati alla tutela della biodiversità e dell'ambiente.
Sarà possibile partecipare sia online che in presenza, registrandosi a questo link.
Nell’ambito della missione sul “Global Gateway” organizzata dalla piattaforma che riunisce le principali Agenzie europee di cooperazione allo sviluppo “Practitioners network”, il direttore AICS Marco Rusconi ha visitato il Museo Nazionale di Lubumbashi, nel sud-est della Repubblica Democratica del Congo.
La struttura è affiliata all’Istituto dei musei nazionali del Congo (IMNC1) sotto l’egida del Ministero della cultura e delle arti ed è una dei beneficiari dell’iniziativa “Strengthening African – Italian Museum Partnerships” (SAIMP) che vede coinvolte una serie di istituzioni culturali di Etiopia, Uganda e, appunto, Repubblica Democratica del Congo, con l’Università di Torino come capofila in partenariato con Museo della Civiltà – Museo della Cultura, l’Università degli Studi di Milano e il Centro di Conservazione e Restauro di Venaria Reale.
Obiettivo principale del progetto, che verrà lanciato il 15 settembre ad Addis Abeba, è la reinterpretazione congiunta delle collezioni africane oltre che il potenziamento del patrimonio condiviso.
Un innovativo progetto che coinvolge istituzioni, mondo aziendale e società civile ed è volto alla protezione di bambine, bambini e adolescenti che vivono nelle comunità di coltivatori di cacao in Costa d’Avorio. Questo programma, al centro di una partnership multi-stakeholder che vedrà affiancati la Cooperazione italiana, Save the Children e Ferrero, si svilupperà nella regione dell’Haut Sassandra e nel distretto delle Montagnes.
L’intervento, che durerà complessivamente fino al 2030, si innesta e rappresenta l’ampliamento di un programma dell’organizzazione, avviato fin dal 2017 con il sostegno di Ferrero, che continuerà a finanziare l’iniziativa in un’ottica di partenariato pubblico-privato.
Inoltre il progetto si avvarrà dei fondi della Cooperazione italiana, in seguito all’esito della selezione di una procedura comparativa gestita dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.
Grazie alla dotazione prevista dal bando dell’AICS e al rinnovato sostegno di Ferrero, l’intervento può contare su un finanziamento totale di quasi 20 milioni di euro.
Il programma punta a rafforzare la protezione e il rispetto dei diritti dell’infanzia nelle comunità produttrici di cacao, mettendo in campo diverse azioni per ridurre i rischi e contrastare le cause alle radici del lavoro minorile, strettamente legate alla vulnerabilità socio-economica.
La vera innovazione consiste nel lavorare con un approccio integrato e di sistema, sia sul campo, mettendo in connessione comunità, famiglie, fornitori e governi locali, sia a livello di sostenibilità economica attraverso finanziamenti privati e istituzionali che possono abilitare un cambiamento strutturale e di lungo termine. Lavorare nella filiera del cacao, con partner del mondo corporate e i supplier sul territorio, crea una contaminazione di conoscenze e competenze tra settore pubblico e privato, che trasforma gradualmente le buone pratiche in politiche pubbliche. In questo modo, inoltre, le misure di protezione dell’infanzia vengono integrate all’interno delle operazioni della supply chain, garantendo che gli interventi raggiungano i bambini più vulnerabili, promuovano la sostenibilità a lungo termine e possano essere replicati su scala.
“Da sempre crediamo nell’importanza della collaborazione tra istituzioni pubbliche, sia a livello nazionale sia internazionale, società civile e settore privato, che valorizzi l’esperienza e le competenze di ognuno di questi attori”, ha dichiarato Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children. “Il vero cambiamento non nasce da azioni isolate, ma da alleanze trasformative e durature”, ha aggiunto. “Ecco perché, come Save the Children, pensiamo che questa partnership dia significato alla parola investimento: investire nel lungo periodo con azioni trasversali, coinvolgendo più attori per risultati duraturi”. (focus\aise)