I volti del Made in Italy (2)

ROMA – focus/ aise - L’anno appena conclusosi registra dati confortanti per migliaia di comunità religiose e no-profit che in Italia fanno dell’ospitalità una forma di accoglienza destinata a generare risorse per le più diversificate forme benefiche: caritatevoli o assistenziali, sociali o missionarie. A seconda della loro specificità, in queste strutture che contano complessivamente circa 200.000 posti letto, si può soggiornare per spiritualità, turismo, lavoro, studio e sanità. Secondo l’Associazione Ospitalità Religiosa Italia, che le rappresenta, il 2023 ha segnato un +46% di richieste di soggiorno sul 2022 e un +16% sul 2019 pre-pandemico. Un risultato significativo soprattutto perché permette di rimettere in moto, a cascata, la catena della solidarietà.
L’Associazione ha parimenti registrato anche un aumento di visite al portale di riferimento ospitalitareligiosa.it con un +20% di pagine visitate sul 2022 e +12% sul 2019.
Secondo il presidente dell’Associazione, Fabio Rocchi, “questo rinnovato interesse dimostra la sensibilità sempre più ampia dell’opinione pubblica verso un’ospitalità che sia anche occasione concreta di contribuire alle necessità di chi vive in stato di bisogno, senza per questo rinunciare alle comodità di un’accoglienza familiare e destinata a diventare una vera esperienza di vita”.
Tre milioni e mezzo in Italia e Germania con Empire, un milione e mezzo in Giappone con Kyoi, per essere sempre più competitivi sui mercati internazionali, rafforzando la presenza del Pecorino Romano DOP all’interno di un programma di forte valorizzazione dell’agroalimentare italiano ed europeo. Il Consorzio di tutela del formaggio Pecorino Romano, presieduto da Gianni Maoddi, si porta a casa due nuovi, importanti progetti che in complesso muoveranno 5 milioni di euro, continuando a investire nella promozione su nuovi o già sperimentati mercati, con l’obiettivo di valorizzare il prodotto e l’intera filiera e amplificare le ricadute economiche nelle zone di produzione. Entrambi i progetti partiranno nei primi mesi del 2024 e avranno la durata di 3 anni.
Empire Italia-Germania, 3,5 milioni di euro
“Messaggio centrale della campagna, in coerenza con la priorità prescelta, sarà l’informazione e la promozione del Pecorino Romano DOP, prodotto Made in Europe e Made in Italy, evidenziandone, in particolare, le caratteristiche in termini di sicurezza alimentare, tracciabilità, genuinità, etichettatura, nutrizione e aspetti sanitari, benessere animale, rispetto per l’ambiente e sostenibilità. Target principale saranno gli operatori e rivenditori Horeca, gli opinion leader e i consumatori finali”, spiega il presidente Maoddi.
La strategia di progetto e il principale messaggio punteranno a: informare sulle caratteristiche e le qualità del prodotto Made in Europe; costruire un dialogo che porti a un aumento della riconoscibilità del prodotto e delle proprietà che lo differenziano da altre produzioni; fidelizzare i consumatori, attraverso lo storytelling e la valorizzazione delle caratteristiche del prodotto.
La campagna utilizzerà social media, ricette innovative e accattivanti, show cooking, stampa specializzata e addetti del settore. “Altro aspetto fondamentale della campagna promozionale è la valorizzazione degli obiettivi che l’UE27 si è prefissata per clima e ambiente, nuova politica agricola comune, Green Deal del piano europeo di lotta contro il cancro e, cosa più importante, strategia «Dai campi alla tavola». Ci si concentrerà, dunque, sulla sostenibilità, a partire dalla fase di produzione della materia prima sino al prodotto finito sulla tavola del consumatore, tenendo come riferimento la definizione di agricoltura sostenibile formulata dall’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura”, sottolinea Maoddi.
Kyoi, Giappone, 1 milione e mezzo di euro
Kyoi, ovvero meraviglia: quella che si prova assaggiando il Pecorino Romano, piacevole sorpresa per il palato. Obiettivo generale del progetto è il rafforzamento della competitività del settore agricolo dell’Unione Europea all’interno del mercato giapponese. Un mercato dove la cucina italiana negli ultimi anni sta letteralmente spopolando, in particolare grazie a piatti simbolo come la Carbonara, la Cacio e Pepe e l’Amatriciana, che hanno come ingrediente principe – e irrinunciabile – proprio il Pecorino Romano.
“E noi vogliamo ulteriormente aumentare la riconoscibilità del Pecorino Romano Dop differenziandolo da altri prodotti italian sounding non originali e sottolineare le eccellenti qualità organolettiche e le proprietà salubri che da sempre lo contraddistinguono. I consumatori giapponesi sono da sempre attenti a uno stile di vita sano e pronti a prediligere prodotti che rispettino la sostenibilità ambientale e gli equilibri esistenti tra natura, animali ed ecosistemi, punti di forza proprio del nostro formaggio”, dice il presidente Maoddi. “Valorizzando le azioni promosse dai soci del Consorzio a favore della tracciabilità e della sostenibilità, il programma promozionale illustrerà a consumatori finali, ristoratori e media perché il Pecorino Romano è un formaggio sano e naturale, adatto a molteplici utilizzi in cucina, versatile grazie ai diversi gradi di stagionatura, all’estro degli chef e alla capacità di soddisfare i diversi gusti di consumatori sempre più esigenti”, conclude Maoddi.
Influencer, trendsetter, foodblogger e media specializzati nel settore food contribuiranno a sensibilizzare il pubblico in merito alla singolarità del Pecorino Romano Dop, attraverso la collaborazione con importanti ristoranti, presentandolo come un formaggio tipico della tradizione culinaria mediterranea, ma utilizzabile in maniera poliedrica, trendy e innovativa.
Il turismo recupera, finalmente, i livelli pre-covid. Il 2023 dovrebbe chiudersi registrando 445,3 milioni di presenze nelle strutture ricettive, in aumento del +8,1% rispetto allo scorso anno e, per la prima volta, superiore anche al periodo antecedente la pandemia: nel 2019, infatti, le presenze turistiche erano state 436,7 milioni, circa 8,6 milioni in meno. A stimarlo è il Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti, tracciando un primo consuntivo sull’anno turistico 2023.
Il forte incremento dei turisti stranieri, che trainano ancora la domanda, ha contribuito in modo determinante a compiere il sorpasso sul 2019: le presenze estere segnano il +13,7% sul 2022 e in valori assoluti si attestano a oltre 228,5 milioni (220,6 milioni nel 2019). Più debole il rafforzamento del mercato italiano, che segna un aumento del +2,8% sullo scorso anno, per un totale di 216,8 milioni di pernottamenti (216 milioni nel 2019).
Ricettività alberghiera ed extralberghiera. Il movimento degli ospiti nelle strutture alberghiere è stimato in crescita del +9,3% con le presenze turistiche che si attestano a 276,2 milioni, mentre l’extralberghiero si fermerebbe al +6,1% con 169,1 milioni di pernottamenti.
Una ripresa difficile e a più velocità. Il Sud e le Isole sono l’area che chiude l’anno con i valori di più bassa crescita: +4,4%. Si registrano, inoltre, aumenti al di sotto della media nazionale anche per il Nord Est (+7%) a differenza del Nord Ovest (+11,7%) e del Centro (+10,4%) dove le stime riportano invece una crescita di oltre 2 punti percentuali rispetto alla media.
Le tipologie di vacanza più apprezzate. Tutte le aree-prodotti registrano nell’insieme aumenti della domanda turistica. Ma tra quelle più apprezzate nel 2023, conquistano il primo posto della classifica le strutture ricettive delle città/centri d’arte (+11,4%) e della montagna (+11,1%). Stime altrettanto positive emergono per le strutture attive nelle aree rurali/collina (+10,3%) e del termale (+10,2%). Buoni, inoltre, i risultati anche per le località dei laghi (+9,6%) ed “altro interesse” (+9%). Mentre a frenare, nel corso dell’anno, è il settore balneare: la stima riporta infatti la crescita più bassa dei flussi turistici (+3%), a causa della flessione – in particolare – della domanda italiana.
Le previsioni per il 2024. Sulle previsioni delle imprese ricettive per il primo trimestre 2024, emerge qualche elemento di incertezza: per il 59,6% degli intervistati, infatti, la prima parte dell’anno dovrebbe caratterizzarsi con un trend di stabilità (nel primo trimestre 2023 la crescita media della domanda raggiunse il +30%). Per il 19,7%, invece, le aspettative sono di un incremento dei flussi e il 20,7% circa prevede, infine, un decremento dei flussi turistici. Gli imprenditori che hanno manifestato una preoccupazione maggiore sono quelli attivi nelle località marine e nelle aree rurali e di collina. Un po' più di ottimismo traspare, invece, da parte delle imprese localizzate nelle città e centri d’arte. Instabilità geopolitica, crescita economica lenta nell’area euro ed inflazione condizionano ancora la ripresa per il prossimo anno.
“Dopo tre anni lunghissimi, il turismo torna finalmente a recuperare i livelli di presenze turistiche del pre-pandemia, grazie anche all’aumento dei turisti stranieri. La dimostrazione che la promozione sui mercati esteri è fondamentale, ma anche un segnale positivo e un buon auspicio anche per il nuovo anno”, commenta Vittorio Messina, Presidente di Assoturismo Confesercenti. “Il turismo dimostra ancora una volta la sua resilienza e capacità di essere settore trainante per l’economia di tutto il Paese, ma bisogna continuare a sostenerlo. Anche perché il recupero delle presenze rispetto al pre-pandemia avviene in un contesto mutato e comunque difficile per le imprese, a partire dall’aumento del costo del denaro e dalle incertezze della domanda interna generate dall’erosione del potere d’acquisto”. (focus\aise)