IIC: cosa bolle in pentola

ROMA – focus/aise - “Ruta Raimondi” è il titolo della mostra ideata per la sala “Mario Sironi” dell’Istituto Italiano di Cultura di Lima per commemorare il bicentenario della nascita di Antonio Raimondi (Milano, 1824-San Pedro de Lloc, 1890), che coincide con le celebrazioni dell’inizio della Repubblica del Perù, progetto nazionale che il saggio naturalista immaginò con un ottimismo basato sulla conoscenza della sua storia e delle potenzialità delle sue risorse naturali e umane.
La particolarità della mostra - inaugurata il 19 giugno scorso – sta nel fatto che si tratta di un omaggio allo studioso italiano realizzato esclusivamente da artisti peruviani, ognuno dei quali mostra nel proprio lavoro quotidiano uno stretto legame – tematico, strumentale, etico o poetico – con uno o più dei molteplici aspetti dell’opera del naturalista.
Per questo motivo, “Ruta Raimondi 01” si compone di disegni, dipinti, incisioni e fotografie emersi dallo stimolo generato in ciascuno degli artisti partecipanti dall’opera di Raimondi, sia quella prodotta durante i suoi quasi vent’anni di viaggi in tutto il Perù – descrizioni, meditazioni, corrispondenze, schizzi e acquerelli – sia quella infine pubblicata – testi, incisioni, cartografie – in cui si riconosce anche l’apporto di un acuto sguardo etnografico e archeologico.
Ideata e curata da Manuel Munive Maco la mostra espone opere di Gala Albitres, Marco Alburqueque, Nereida Apaza, José Luis Carranza, Jero Gonzales, Alejandro Jaime, Karina Junes e Gloria Quispe.
L’esposizione – ad ingresso libero – rimarrà aperta al pubblico fino al 7 settembre 2024.
Offrire prospettive sugli studi di italianistica come campo di indagine in grado di affrontare le sfide culturali, politiche, economiche e ambientali che continuano a intensificarsi in un mondo altamente globalizzato e che richiedono riflessione e coraggio di intenti. Questo l’obiettivo del 12° Convegno Biennale dell'Australasian Center for Italian Studies (ACIS) in programma a Canberra dal 3 al 6 luglio.
“Studi di italianistica per sfide globali: conversazioni transdisciplinari” il tema del convegno organizzato con il supporto dell’Istituto Italiano di Cultura di Sydney.
Diverse le discipline che saranno trattate nel corso dei lavori che si terranno in presenza, con possibilità di collegamento da remoto.
Il Convegno è organizzato dall’Australian National University di Canberra con il supporto della Research School of Letters and Arts – ANU, della School of Letters, Languages and Linguistics, Faculty of Arts and Social Sciences - ANU, dell’Ambasciata d’Italia in Australia, dall’Ambasciata Svizzera in Australia, dall’Australian Multicultural Council GLBTIQ Inc., dal CO.AS.IT. di Melbourne, dalla Dante Alighieri Society - A.C.T. e dallo Street Theatre di Canberra.
Per partecipare occorre registrarsi qui.
Una presenza significativa quella dell’Italia alla 41ª edizione del Festival di Teatro di Almada, la più importante rassegna internazionale di teatro in Portogallo che da anni presenta spettacoli di compagnie provenienti da tutto il mondo, con una speciale attenzione al teatro italiano.
Anche per questa edizione il Festival ha potuto contare sulla significativa collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona grazie al quale è stato possibile garantire la presenza di due prestigiose compagnie italiane, particolarmente plaudite nel corso della conferenza stampa del Festival svoltasi lo scorso 14 giugno.
La prima ad andare in scena il 6 e 7 luglio con tre recite sarà la storica Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli che presenterà “La Tempesta” di William Shakespeare nella versione tradotta in napoletano del ‘600 per il teatro delle marionette da Eduardo De Filippo, che interpretò e incise le parti di quasi tutti i personaggi.
Nata nel 1985 da una proposta di Franco Quadri, allora direttore del Settore Teatro della Biennale di Venezia, e di Luca De Filippo, “La Tempesta” viene oggi ripresa dalla Compagnia Carlo Colla & Figli in occasione del 40° anniversario della scomparsa di Eduardo.
Una grande avventura della fantasia, una favola nella quale, intorno ai personaggi centrali, si muove un mondo di colori, di suoni, di allegorie e di simbologie che ripropone tutta la forza poetica di un lavoro che, attraverso la potenza e la ricchezza del dialetto napoletano, fornisce una nuova e suggestiva dimensione “popolare” del testo shakespeariano, visitato e rivisitato da molteplici interpretazioni filosofiche ed intellettuali.
Dopo il successo riscosso nella scorsa edizione con “Il compleanno” di Harold Pinter, la Compagnia del Teatro Menotti di Milano tornerà sul palco del Festival il 13 e 14 luglio con due recite di “Crisi di nervi. Tre atti unici di Anton Cechov”, per la regia di Peter Stein e con la magistrale interpretazione di Maddalena Crippa.
Nelle tre celebri opere del drammaturgo russo (L’Orso, I Danni del Tabacco e La Domanda di Matrimonio) i personaggi di volta in volta si fanno prendere da crisi di nervi, si ammalano, sono preda di attacchi isterici o litigano fra loro, in tre variazioni del tema dell’umana ipocrisia in salsa borghese. Tre “scherzi scenici” come amava definirli lo stesso Cechov, scritti ispirandosi alla commedia francese e al vaudeville molto in voga nella Francia di fine Ottocento. (focus\aise)