Italiani nel mondo e dove trovarli (2)

ROMA – focus/ aise – Il 23 gennaio, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, in una sala teatro gremita di pubblico, ha avuto luogo la presentazione del libro “Io, l’Italia e l’Europa - Pensieri in libertà di un patriota italiano europeo”, del Generale della Guardia di Finanza in congedo, Alessandro Butticé, edito da Le Colibrì Editrice.
Apprezzatissimi tutti gli interventi dei qualificati oratori, che hanno sapientemente messo in evidenza gli aspetti principali di un libro di grande attualità, all’inizio dell’anno del rinnovo del Parlamento europeo e della Commissione europea.
Aperti dai saluti della Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, Allegra Iafrate, e degli Ambasciatori d’Italia in Belgio e presso l’Unione europea, Federica Favi e Vincenzo Celeste, i lavori sono proseguiti con una tavola rotonda, moderata da Lorenzo Robustelli, Direttore di EuNews.it, alla quale, assieme all’autore, hanno partecipato la magistrata Caterina Chinnici, Vicepresidente della Commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento europeo, e Fabio Massimo Castaldo, ex Vicepresidente del Parlamento europeo.
La direttrice Iafrate ha esordito ricordando che la presentazione del libro si inserisce nel quadro delle “Conversazioni in piazza” dell’Istituto. Un format di successo, inaugurato dall’ex Ambasciatore d’Italia in Belgio, Francesco Genuardi, attuale Capo di Gabinetto del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, per dare spazio a “temi e dibattiti alti”.
L’Ambasciatore d’Italia in Belgio, Federica Favi, ribadendo da parte sua la promozione culturale che svolge l’ambasciata, grazie all’Istituto Italiano di cultura, anche attraverso le “Conversazioni in piazza”, ha aperto la presentazione dei “pensieri in libertà di un patriota italiano-europeo” del generale Butticé, riproponendo la domanda, tra quelle poste nel libro, che più la colpisce, e cioè: “se essere cittadini italiani vuol dire automaticamente essere anche cittadini europei”.
Ribadendo la risposta data dall’autore nel libro, Federica Favi ha detto di ritenere di sì: “come mio punto di vista di italiana vissuta anche in altre parti del mondo, sì, dal punto di vista geografico ma anche storico, perché l’Italia è tra i Paesi fondatori dell’Unione europea”. “Al di là dei meriti di questo libro, - ha aggiunto – un aspetto straordinario, è quello di devolvere in beneficenza i proventi per l’autore della vendita di questa opera: all’Operazione Mato Grosso ed allo Sportello Anti Stalking del Codacons. Due cose completamente diverse, anche lontane geograficamente, ma che trovo legate dal senso di educazione, nel mettere i giovani davanti a delle responsabilità: imparare il rispetto degli altri e la solidarietà”, ha precisato, prima di passare la parola al suo collega rappresentante permanente d’Italia presso l’Ue, Vincenzo Celeste, che ha commentato più nel dettaglio il profilo europeo del libro.
“Il primo punto sul quale vorrei soffermarmi – ha esordito Celeste - è proprio la prospettiva di fondo del libro del Generale Alessandro Butticé. Si tratta della prospettiva del patriota, che è al tempo stesso italiano ed europeo. In un’epoca di facili semplificazioni e polarizzazioni, spesso di contrapposizione fra identità nazionale e costruzione europea, si tratta di una prospettiva originale e coraggiosa”.
Ponendo a sua volta la domanda: “si può essere patrioti italiani senza essere patrioti europei?”. Domanda alla quale ha voluto rispondere citando un passaggio del libro, e le parole dell’autore, che scrive: “personalmente convinto che non si possa essere patrioti italiani senza esserlo anche europei, mi auguro che chi è stato recentemente folgorato sulla via del patriottismo nazionale, possa esserlo, un giorno, anche sulla via del patriottismo europeo […] se davvero non si vuole che l’Italia, al pari di qualunque altro paese europeo, sia condannata all’irrilevanza economica, politica, demografica o militare dinanzi a giganti mondiali quali Cina, Russia, Stati Uniti, India, Brasile”.
“Ciò non significa “diluire” l’Italia all’interno dell’Europa”, ha precisato Celeste. “Significa, al contrario, far valere di più l’Italia nel mondo grazie alla sua partecipazione ai meccanismi decisionali dell’UE. Significa beneficiare della protezione che l’Ue garantisce all’Italia laddove il nostro paese potrebbe risultare meno competitivo”.
“Il credo di Alessandro è lui stesso a comunicarcelo all’inizio del volume, quando scrive: “una delle mie rare convinzioni è che non possa esistere un’Italia libera, sicura, democratica ed indipendente, al di fuori di un’Europa unita. Come non ci potrebbe essere un’Europa senza l’Italia””, ha proseguito l’Ambasciatore, precisando che “da qui emerge chiaramente il carattere sempre costruttivo della prospettiva adottata dall’autore, con grosso anticipo rispetto ai tempi”.
Quello di Butticé è un libro che, secondo il rappresentante permanente italiano presso la Ue, ha vari livelli di lettura: quello delle memorie personali; delle riflessioni contenute in articoli stampa pubblicati dall’autore; di riflessioni a più ampio respiro, “in cui alterna critiche agli stereotipi italiani, ma anche a quelli che questi stereotipi contribuiscono a costruirli”; e da “critiche all’Europa, e a quanti usano critiche stereotipate e la stessa Ue come facile bersaglio e capro espiatorio di colpe che, nella quasi totalità, non ha”.
“Quella dell’amico Alessandro è sicuramente la visione di un uomo prima di tutto delle istituzioni, al tempo stesso leale nei confronti del suo Paese, dei superiori gerarchici ed orgoglioso del suo essere italiano in Europa”, ha proseguito. “Quello che ci viene da Alessandro è anche un chiaro invito, da un lato, a conoscere meglio l’Unione Europea, e, dall’altro, a valutare con maggiore obiettività e serenità di giudizio pregi e difetti della nostra Italia, calando la nostra valutazione in un contesto di comparazione equilibrata con gli altri paesi, senza vittimismi”.
L’Ambasciatore Celeste ha quindi ricordato che prendersela sempre con gli altri paesi o con l’Europa in spirito di vittimismo e di persecuzione, ignorando invece veri problemi istituzionali e strutturali che stanno alla base di scelte diverse, appare un po’ come, usando le parole dell’autore, “abbaiare alla luna rischiando di continuare a farsi del male da soli”.
Secondo l’alto diplomatico, raccontare l’Europa, spiegarne i complicati meccanismi è qualcosa che accomuna sicuramente l’operato di un serio uomo di comunicazione con quello dei diplomatici, ad esempio.
“Ed è ancora più meritorio il fatto che Alessandro Butticé si sia sforzato di spiegare questi meccanismi in uno dei momenti più complicati della storia europea italiana, come quello della pandemia da Covid”, ha precisato, ricordando che il libro ripercorre un momento complicato per l’Italia e per l’Europa: quello degli ultimi quattro anni.
“Gli anni del Covid, con l’improvviso crollo della popolarità dell’Unione Europea, in particolare in paesi come l’Italia. Del sofferto dibattito sui Corona Bond, degli scontri mediatici con le proposte visioni tedesche e olandesi, ma anche del moto di solidarietà che ha poi portato al Next Generation Eu”.
Ed il generale Butticé, secondo l’Ambasciatore Celeste, “ha avuto il coraggio anche di affrontare un tema cruciale, che è quello dell’autolesionismo che spesso percorre le azioni ed i pensieri dei nostri concittadini”. Perché, “riconosciamolo – ha detto -, spesso siamo maestri nell’auto fustigarci e nel mettere in piazza nostre colpe spesso presunte. Contribuendo così ad alimentare in maniera non necessaria stereotipi che, ahimè, hanno raggiunto fama mondiale. Con situazioni anche paradossali. Come il fatto di aver alimentato di immagini di paese corrotto, solo a causa dell’efficacia della nostra Guardia di Finanza nel contrasto alla corruzione!”, ha ribadito Vincenzo Celeste.
Concludendo che “sul piano delle valutazioni, si può anche non essere d’accordo su tutto con l’autore. Certo è però che questo è un libro che ha, tra gli altri, il grande pregio, e non solo per noi qui a Bruxelles, di spingerci a riflettere e a rimettere in gioco valutazioni e giudizi spesso incamerati per inerzia. E già solo per questo varrebbe la pena di leggerlo”.
Caterina Chinnici, Vicepresidente della Commissione Controllo dei Bilanci del Parlamento europeo, e magistrato antimafia figlia del Giudice Rocco Chinnici – “autentico monumento e martire della vera lotta alla Mafia”, come ha precisato Butticé, che si è detto onorato di avere avuto la sua prefazione -, ha elogiato le riflessioni dell’autore che portano a comprendere perché dobbiamo sentirci cittadini europei, oltre che italiani. “Stimolando anche ciascuno di noi, il cittadino, a cercare di conoscere e comprendere con consapevolezza il suo essere anche cittadino europeo, quindi europeista. Ed il libro del generale Butticé, a mio avviso, da proprio questo stimolo a fare una riflessione. Ciascuno di noi, sulle sue riflessioni, su quello che racconta, sui suoi articoli, su quella visione critica - talvolta anche dura, su alcuni fatti e alcuni episodi -, stimola sicuramente ciascuno di noi a riflettere sul perché essere cittadini europei, sul perché sentirci consapevolmente cittadini dell’Ue. Ed è importante questo, soprattutto per i giovani, e soprattutto per quelle realtà in cui l’Europa si sente lontana”.
Chinnici ha poi annunciato che parteciperà con piacere ad un’altra presentazione del libro, che il Generale Butticé ha voluto fare nel suo territorio, a Castelvetrano, in Sicilia, in un complesso confiscato alla Mafia, nei prossimi giorni. “Perché credo che in una realtà dove c’è ancora un retaggio forte della chiamiamola cultura mafiosa, portare invece questa voce, questo sguardo verso l’Ue, non solo per le opportunità che dá, ma proprio per il sentirsi parte di un’Unione che poi, se ci pensiamo, si fonda su quegli stessi valori su cui si fonda la nostra Carta Costituzionale, sui suoi diritti e le sue libertà”.
“Fin da uno dei nostri primissimi incontri, in occasione di un evento da me organizzato al Parlamento europeo, volto a coltivare il Valore della Memoria di quei servitori dello Stato che, come mio padre, si sono immolati per difendere Libertà, Legalità e Giustizia, ho riconosciuto nella Sua persona tratti a me cari e familiari...”, ha precisato l’europarlamentare e magistrato siciliana nella sua prefazione al libro.
“Ed in effetti, da subito, si è instaurata una reciproca, quanto naturale “sintonia”. Con Butticé, indiscutibilmente un “uomo del fare”, condivido infatti quel patrimonio morale che rappresenta per me il tesoro più prezioso ereditato da mio Padre: una vita “costruita sulla roccia”, caratterizzata da un profondo e non comune senso del dovere, rispetto delle Istituzioni e sincero attaccamento alla Patria, anzi alle sue due Patrie, quella italiana e quella europea”.
Raccontando di avere avuto la fortuna di essere stata formata professionalmente da magistrati dotati di “grandissima tensione morale”, Caterina Chinnici ha sottolineato di aver voluto portare in Europea, ed al Parlamento europeo, l’esperienza della migliore magistratura italiana.
“Da protagonista privilegiata, in qualità soprattutto di Vicepresidente della Commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento europeo, ho fatto esperienza diretta dei velati, ma ancora persistenti stereotipi e luoghi comuni denunciati da Butticé - l’Italia patria della mafia, pizza e mandolino - che di fatto condizionano il modo in cui l’Europa guarda spesso all’Italia, e come Lui ho continuato a lavorare per contribuire a cambiare tale approccio”.
“Se infatti, da un lato, nel nostro Paese sono ancora innegabilmente presenti gravi criticità, dall’altro l’Italia è anche il Paese che, più di ogni altro, si è dotato di strumenti giuridici, strutture e nuclei operativi specifici, come la Guardia di Finanza ma non solo, proprio per combattere più efficacemente mafia e corruzione, tanto che oggi, la normativa italiana nella lotta al crimine organizzato è presa a modello dalla Commissione europea (e mi riferisco, ad esempio, alla recente nuova direttiva in materia di confisca e che mira ad ampliare il novero dei reati e a rafforzare le norme relative alla confisca senza condanna)”.
L’ex vicepresidente del Parlamento europeo, Fabio Massimo Castaldo, non ancora quarantenne ed eletto per la prima volta a soli ventotto anni, ha sottolineato la consapevolezza che “non può esistere un’Italia senza Europa, ma neppure un’Europa senza Italia”.
“L’amico Alessandro Butticé – ha continuato – come servitore delle istituzioni, ha saputo traslare il suo impegno, la sua dedizione alle istituzioni italiane, al contesto europeo. Che poi, come spiega molto bene in molte parti del libro, è l’unica possibilità per difendere un concetto efficace di sovranità. E questo lo voglio ribadire, ricordando una famosa citazione di Kissinger, che può essere giudicato in molti modi, ma che era comunque un grande esperto di questioni internazionali, il quale più volte ha ricordato che la sovranità è un concetto meraviglioso, ma quando hai i mezzi per esercitarla. Ed oggi, in uno scenario globale di potenze già affermate - come la Cina -, emergenti - come l’India -, di scala assolutamente globale, si è avverata la profezia di Spaak. Uno dei padri fondatori dell’Ue. Il quale, già negli anni Cinquanta, ci ammoniva, avvisandoci e ricordandoci che, in fin dei conti, nel nostro continente, dopo la Seconda Guerra Mondiale, c’erano soltanto due tipi di Stati: i piccoli stati, e quelli che non si erano ancora resi conto di essere piccoli. Portandoci ad una conclusione evidente: l’Italia deve sedere autorevolmente nelle istituzioni Ue. Deve accettare la sfida di uscire dagli stereotipi, di non rifugiarsi negli slogan, di non banalizzare il dibattito, che spesso noi svolgiamo anche a livello italiano, sulla dimensione europea”.
Alle presentazioni dei due ambasciatori e dei due europarlamentari, è seguita una serie di domande all’autore poste da parte dell’ottimo moderatore, il Direttore di EuNews, Lorenzo Robustelli. Che il Generale Butticé, ringraziandolo, ha considerato un esempio, anche nel giornalismo, nonostante tante criticità, in cui l’Italia sa eccellere anche fuori dei suoi confini. Domande e risposte molto apprezzate dal numeroso pubblico, del quale facevano parte, assieme a tanti rappresentanti delle istituzioni, della comunità italiana ed internazionale residente a Bruxelles, anche l’Inviato Speciale per il Sahara Occidentale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, già viceministro degli esteri del Governo Monti, Staffan de Mistura. Ma anche l’Ambasciatore Andrea Orizio, Rappresentante Permanente d’Italia al Comitato Politico e di Sicurezza dell’Ue, il Direttore Generale del Servizio Giuridico della Commissione europea Daniel Calleja, il Capo di Gabinetto a Palazzo Chigi del Vicepremier Matteo Salvini, l’Avvocato dello Stato Paolo Grasso, il Generale (a quattro stelle) Guglielmo Luigi Miglietta, Comandante del NATO Joint Force Command, venuto appositamente da Brunssum (Olanda), l’ex Ambasciatore d’Italia in Belgio Sandro Siggia, ed il rappresentante della Guardia di Finanza presso l’Unione Europea, Luciano Lizzi.
All’evento, che ha stimolato la curiosità e l'interesse di una platea attentissima e vasta, “come non ne vedevo da tempo”, secondo le parole di un autorevole partecipante, è seguito un ricevimento ristretto presso la Residenza dell’Ambasciatore Federica Favi. Che ha permesso di approfondire e commentare alcuni degli argomenti affrontati nel libro. Concludendo una serata definita da molti partecipanti come “gradevolissima, istruttiva, e all’insegna non solo del patriottismo italiano-europeo, ma anche del sistema Italia che vuole e deve avere il suo giusto posto all’interno della casa comune europea”.
La prossima presentazione del libro, come ricordato da Caterina Chinnici, avrà luogo a Castelvetrano (TP), il 9 febbraio, in un complesso confiscato alla Mafia.
Grazie alla videoregistrazione fatta per Eurocomunicazione - a titolo gratuito, nel quadro dello spirito no-profit e di beneficenza dell’Autore del libro - dalla Leone Film, di Carmine Leone (che ha ricevuto il ringraziamento personale da parte del Presidente del Codacons, Carlo Rienzi, e dell’Operazione Mato Grosso), l’evento può essere visto su YouTube (a partire dal minuto 23.35) cliccando qui.
La rete regionale EURES Lazio ricerca, in collaborazione con la società SELECT, 50 candidati interessati a lavorare in Germania presso gelaterie italiane.
I profili richiesti comprendono 20 banconieri (servizio al banco, preparazione di coppe gelato, caffè ecc, pulizia postazione di lavoro); 20 camerieri per servizio al tavolo (servizio al tavolo, raccolta ordinazioni, pulizia tavoli); 10 aiuto gelatieri per lavoro in laboratorio gelato: produzione gelato, vendita alla finestra, pulizia postazione lavorativa).
Per partecipare al bando è necessario essere in possesso di un diploma di scuola media inferiore. Mentre conoscere il tedesco e avere un'esperienza pregressa nel settore non sono requisiti indispensabili anche se costituiscono titolo preferenziale.
Per andare a lavorare in Germania, le condizioni offerte sono: contratto a tempo determinato della durata di 8 mesi a partire dal mese di marzo 2024; salario mensile netto di 1.400 euro, un orario di lavoro che va dalle ore 9.00 alle 17.00 o dalle 14.00 alle 22.00 e 1 giorno di riposo settimanale garantito. Vitto e alloggio, inoltre, saranno a carico del datore di lavoro.
Per partecipare alle selezioni che si svolgeranno nel Lazio nel corso del mese di marzo 2024, i candidati dovranno inviare il proprio curriculum vitae ai seguenti indirizzi: asacchi@regione.lazio.it e lricci@regione.lazio.it. (focus\ aise)