Italiani nel mondo e dove trovarli (3)

ROMA – focus/ aise - "I 70 anni dell'Unione degli Istriani rappresentano un traguardo importante non solo per l'associazione ma per la comunità triestina, regionale, degli esuli e per le istituzioni del nostro territorio perché in questi anni l'Unione è stata un partner fondamentale dell'operazione di verità e giustizia su ciò che accadde del Dopoguerra sul confine orientale". Lo ha affermato l'assessore alle Autonomie locali della Regione Friuli Venezia Giulia Pierpaolo Roberti che lo scorso 26 gennaio ha rappresentato la Regione allo scoprimento del logo ufficiale del 70esimo dalla fondazione dell'Unione degli Istriani nella sede storica di via Pellico a Trieste.
"La verità - ha detto Roberti - è che purtroppo per tanti anni, mentre le istituzioni pubbliche, anche locali, erano complici di quell'oblio in cui si è cercato di isolare i fatti di queste terre, ci sono state associazioni, e in particolare l'Unione degli Istriani, che hanno combattuto per mantenere viva la memoria. Se oggi esiste un Giorno del Ricordo, se oggi nelle scuole si parla di esodo e di foibe e se queste vicende sono diventate parte integrante della nostra storia è stato grazie al contributo di sodalizi che le istituzioni di oggi hanno l'obbligo morale ed etico di continuare a sostenere, come stiamo facendo con tante iniziative sviluppate in collaborazione".
Roberti ha letto un messaggio inviato dal governatore Massimiliano Fedriga in cui si evidenzia il grande impegno dell'Unione degli Istriani, si ricorda il lavoro comune per giungere alla trasformazione del centro profughi di Padriciano in un museo a cielo aperto e si indica nell'appuntamento di Nova Gorica Gorizia capitale europea della Cultura una grande occasione per alimentare una memoria condivisa e creare un futuro di pace.
La manifestazione, presentata dal presidente dell'Unione degli Istriani Massimiliano Lacota, ha visto l'intervento in sala di numerose autorità, tra cui l'assessore regionale alla Difesa dell'ambiente Fabio Scoccimarro.
Sono almeno una dozzina i Comuni del Bellunese sommersi dalle pratiche per la richiesta di cittadinanza iure sanguinis e che hanno segnalato come la situazione stia mettendo gli uffici anagrafe e stato civile in grossa difficoltà. Ci sono fascicoli a Borgo Valbelluna, Sospirolo, Limana, Soverzene, ma anche a Lozzo, Voltago, Alleghe, Agordo, Rocca Pietore, Canale d’Agordo, Tambre, Fonzaso.
“Una situazione ben a conoscenza di UNAIE - Unione Nazionale Associazioni Immigrati ed Emigrati”, sottolinea il presidente Oscar De Bona. “È comprensibile la condizione di disagio e di difficoltà che stanno attraversando non solo i Comuni Bellunesi, ma dell’intera Italia. Un contesto anche, e soprattutto, generato dal comportamento di alcuni personaggi, che si vantano di arrivare negli uffici comunali con decine di pratiche sottobraccio. A tal proposito avevamo presentato due anni, al sottosegretario degli Italiani all’estero, Della Vedova, 14 punti che ben focalizzavano il problema, proponendo anche soluzioni dirette e concrete”.
“Gli stessi punti – precisa De Bona – sono stati illustrati all’attuale Sottosegretario Silli, in un incontro di Unaie del mese di marzo 2023. Stessa proposta inviata anche all’Anci nazionale e messa in primo piano, dal sottoscritto, in occasione dell’insediamento del CGIE nel mese di giugno dell’anno scorso”.
E proprio in occasione del suo intervento al Consiglio Generale degli Italiani all’estero, De Bona aveva suggerito “di inserire delle modifiche di legge per la richiesta di cittadinanza italiana tramite iure sanguinis, come fatto per esempio dalla Germania e dall’Austria, in cui si renda obbligatorio un esame di conoscenza della lingua e cultura italiana. Sono convinto che se questo suggerimento fosse accolto e si andasse quindi a modificare l’attuale percorso per ottenere la cittadinanza da parte dei nostri discendenti di certo si eliminerebbero i “faccendieri” dalle loro losche attività e si premierebbero quei, veri, discendenti italiani che amano il nostro Paese, che vogliono riscoprirlo e che hanno il desiderio di viverlo trasferendosi assieme alla famiglia. Queste persone la lingua e la storia della nostra bella Italia ce l’hanno nel sangue”.
“A tale proposta Unaie si è espressa all’unanimità attraverso i suoi 2500 circoli presenti nel mondo. Suggerisco ai Comuni italiani di valutare concretamente le nostre proposte e di integrarle per portarle assieme all’attenzione del Governo. Il nostro associazionismo – conclude De Bona – ha sempre perseguito la via del confronto e quindi invito i Sindaci a fare gioco di squadra, noi di Unaie ci siamo”. (focus\ aise)