Italiani nel mondo e dove trovarli (3)

ROMA – focus/ aise – Investire sull’istruzione italiana all’estero. È questo l’appello lanciato al Governo da un Comitato di 327 genitori nato a Londra per chiedere una scuola italiana che copra l’intero ciclo di studi, ad oggi mancante. Una “carenza”, evidenzia il Comitato, che non è colmata dalla Sial – Scuola Italiana a Londra, che “si ferma alla prima media” e ha una retta di 17mila sterline l’anno, che non tutti si possono permettere.
Di seguito la nota del Comitato genitori per la scuola secondaria italiana – inglese a Londra.
“Nella vibrante metropoli di Londra, città cosmopolita che ospita oltre 600.000 italiani, una crescente preoccupazione sta emergendo tra la comunità italiana: l'assenza di una scuola che offra un ciclo completo di istruzione, dall'infanzia alla maturità, in lingua anche italiana. Un comitato di 327 genitori, numero in costante aumento, si è costituito con l'obiettivo di far fronte a questa carenza educativa.
I genitori, uniti dal desiderio di garantire ai propri figli un'istruzione che abbracci anche la cultura e la lingua italiane, hanno evidenziato come, nonostante la significativa presenza italiana, Londra non disponga di un'istituzione scolastica adeguata alle loro esigenze. A differenza delle comunità spagnola, francese, tedesca e norvegese, che beneficiano di scuole bilingui sostenute in parte dai rispettivi governi, gli italiani a Londra si trovano di fronte a un evidente vuoto.
Mentre altre nazioni investono nell'educazione dei loro cittadini all'estero, l'Italia appare come l'unico paese che nega ai suoi connazionali questa fondamentale risorsa.
Il governo italiano sembra limitarsi a eventi culturali come mostre, aperitivi, cene di gala, presentazioni di libri e altri incontri sociali presso le ambasciate. Queste iniziative, sebbene preziose per mantenere vivo l'interesse per l'Italia, non affrontano il nucleo della questione: la trasmissione attiva della cultura e della lingua attraverso l'istruzione.
L'approccio prevalente sembra relegare la lingua e la cultura italiane a qualcosa di quasi commemorativo, solo come patrimonio da celebrare piuttosto che promuovere una sua vivace e attiva diffusione tra le future generazioni.
Il comitato ha cercato di portare questa questione all'attenzione del Ministero degli affari Esteri e della Cooperazione internazionale, ricevendo tuttavia risposte poco incoraggianti. La posizione del Ministero, che rimanda alla Scuola Italiana a Londra (SIAL) come unica entità per un eventuale progetto scolastico, ha suscitato ulteriori preoccupazioni riguardo la sostenibilità economica, vista l'elevata retta richiesta dalla SIAL (£ 17000 sterline all’anno). Con una retta annuale così elevata, la Sial diventa un’opzione accessibile solo ad una ristretta minoranza. Questa situazione solleva dubbi sulla volontà e sull’impegno del governo italiano di fornire un’istruzione inclusiva ai suoi cittadini all’estero, rischiando di trasformare la trasmissione della cultura italiana in un privilegio piuttosto che un diritto.
La SIAL, inoltre, nonostante il sostegno governativo, si ferma alla prima media e non rappresenta una soluzione a lungo termine per le famiglie che desiderano un percorso educativo completo per i propri figli. Questa situazione ha portato a una riflessione più ampia sulla necessità di una scuola che promuova la cultura italiana attraverso un'istruzione completa e accessibile a tutti.
La questione sollevata dai genitori italiani a Londra trascende la semplice richiesta di una scuola; è un appello a riconoscere e sostenere i legami culturali e linguistici che uniscono gli italiani nel mondo. Inoltre, la promozione della lingua e della cultura italiana all’estero, non solo rafforza l’identità italiana tra i connazionali, ma apre anche le porte ad un’influenza culturale più ampia, rappresenta anche un investimento nel futuro. Mantenere vivo il legame con l'Italia attraverso l'istruzione significa infondere nelle giovani generazioni la consapevolezza e l'amore per la propria eredità culturale. Più profondamente, però, incoraggia quei giovani a contemplare, un giorno, la possibilità di ritornare in Italia, arricchiti dalle esperienze maturate all'estero.
Questa visione a lungo termine potrebbe segnare un vero e proprio cambio di passo per il paese. Se l'Italia viene vista non solo come un luogo di partenza ma anche come una destinazione desiderabile per il rientro, ciò potrebbe rivoluzionare la narrazione intorno all'emigrazione italiana. I talenti formatisi all'estero, tornando in patria, potrebbero contribuire in modo significativo alla società italiana, mettendo a frutto conoscenze e competenze acquisite in contesti internazionali. Ciò contribuirebbe a un circolo virtuoso di scambio culturale e arricchimento reciproco, favorendo un'immagine dell'Italia come terra di opportunità, innovazione e crescita.
Investire nell'istruzione dei cittadini italiani all'estero, dunque, diventa una scelta strategica per forgiare una generazione futura che veda l'Italia non solo con nostalgia, ma con la concreta aspirazione di contribuire attivamente al suo sviluppo.
È sulla base di queste riflessioni che il Comitato rivolge un appello accorato al governo italiano, sperando che lo stesso non rimanga inascoltato”.
Dopo Parigi, New York e Dubai, domenica prossimo, 17 marzo, lo chef friulano Stefano Buttazzoni arriva in Lussemburgo grazie al Fogolar Furlan locale. L'appuntamento con l'incontro è in programma alle ore 12.00 a Esch sur Alzette (Rue des Mines 4244).
L'idea dell'incontro, che vede protagonista anche il pranzo a base di specialità friulane, è quella di dialogare e far conoscere la cucina friulana dello chef e i valori enogastronomici della terra friulana.
Per l'iniziativa è prevista anche la partecipazione speciale di Ceramiche Lazzara di Sara Delli Zotti. (focus\ aise)