Italiani nel mondo e dove trovarli

ROMA – focus/ aise – La Plata, Bahia Bianca, Santa Rosa, Cordoba, Colonia Tirolesa e Resistencia sono state le tappe della tournée in Argentina dello spettacolo “Compartimos - Un sogno chiamato Argentina”, con protagonisti l'attrice Maria Vittoria Barrella e il chitarrista Lorenzo Bernardi.
La trasferta si è svolta dal 23 agosto all'1 settembre, grazie al sostegno dell'Unità di missione semplice coesione territoriale e valorizzazione del capitale sociale trentino all'estero della Provincia autonoma di Trento e dell’Associazione Trentini nel mondo.
Prodotto da Pequod Compagnia e Teatro E, con regia e drammaturgia di Maura Pettorruso e i costumi di Valentina Basiliana, lo spettacolo prova a raccontare e svelare chi sono gli argentini trentini di oggi, cosa conservano, cosa dimenticano, di cosa hanno nostalgia.
Il testo è basato sui diari di Maria Vittoria, che nel 2023 ha trascorso un periodo in Argentina, grazie al programma di “Interscambi giovanili” della Provincia Autonoma di Trento, volto a favorire la reciproca conoscenza tra giovani, nati e vissuti all’estero, di famiglia di origine trentina ed i loro coetanei che vivono in Trentino.
Il programma è diviso in due fasi: la prima prevede che i giovani discendenti trentini residenti all'estero vengano ospitati dai giovani trentini residenti in Trentino per due settimane; mentre nella seconda sono i giovani discendenti a ospitare i loro partner trentini nei rispettivi paesi di residenza per due settimane.
Durante il suo viaggio, Maria Vittoria ha visitato numerosi luoghi: Buenos Aires, Cordoba, Jesus Maria, Sanpacho, Mendoza, La Pampa, Santa Rosa, Bernasconi, Bahia Blanca, Mar del Plata, Resistencia, Corrientes, Avellaneda, Makalle, Puerto Tirol, Iguazú, Tigre e Presidencia Roque Sáenz Peña. Ha incontrato comunità, raccolto interviste, ha fotografato e registrato colori e sguardi. Tornata in Trentino, sentendosi “arricchita e trasformata”, ha deciso che quel vissuto intimo e personale doveva diventare un’esperienza collettiva, una sorta di restituzione per chi ha permesso il viaggio, per chi l’ha accolta in Sud America, per chi le ha donato ricordi e passioni.
“Compartimos” nasce dalla voglia di raccontare ma anche di valorizzare l'interazione tra le culture, promuovere una comprensione più profonda delle radici comuni e dell'importanza delle esperienze di migrazione nella costruzione della società e invita a riflettere sulla cittadinanza attiva e sull’emigrazione come elementi di arricchimento culturale per l’individuo e per la comunità.
Le sei tappe sono state organizzate in collaborazione con i Circoli trentini delle località nelle quali è stato presentato lo spettacolo. Per Maria Vittoria Barrella “è stato un tour meraviglioso, un tour de force, perché abbiamo macinato chilometri su chilometri ma con grande soddisfazione, con grande amore, con un abbraccio pazzesco da parte del pubblico, con standing ovation praticamente a tutte le repliche, un'accoglienza meravigliosa, applausi, risate, commozioni, gente che ci abbracciava in lacrime dopo lo spettacolo: quindi non posso che ritenermi soddisfatta di aver aperto una nuova finestra, un nuovo ponte con questo paese meraviglioso che è l'Argentina, con queste meravigliose persone: i discendenti trentini in Argentina”
Per il chitarrista Lorenzo Bernardi - che sul palco esegue brani famosi, come “La Cumparsita” e “Milonga” di Jorge Cardoso e “Alfonsina y el Mar”, e che con improvvisazioni musicali richiama paesaggi, emozioni e stati d’animo del testo –la tournée argentina “è stata un'esperienza molto intensa ed arricchente, sia da un punto di vista artistico sia anche umano ed antropologico. Ci siamo confrontati con realtà estremamente diverse tra di loro, dalla piccola sede del Circolo trentino fino ad arrivare alla grande sala di teatro. L'elemento per me davvero interessante, e anche commovente, che penso possa essere di grande ispirazione anche per noi, è stato vedere come queste persone mantengano vive le loro radici e siano molto unite nel cercare di promuoverle”.
“Più che una semplice piéce teatrale, “Compartimos” è stato vissuto come una testimonianza viva dei legami che continuano a crescere tra due terre sorelle, lasciando nei cuori la speranza che questi incontri culturali continuino a intrecciare storie, affetti e sogni condivisi”, ha commentato Darío Fernando Farías, che ha assistito allo spettacolo andato in scena a Resistencia (Chaco).
Sergio Donini di Cordoba ha definito “Compartimos” un’opera di teatro “magica e meravigliosa” nella quale i due protagonisti toccano il cuore degli spettatori.
Renzo Grosselli, presidente del Circolo trentino di Bahia Blanca, ha scritto che “Maria Vittoria, attrice di grande carisma, e Lorenzo, chitarrista di enorme talento, sono riusciti a farci sentire tutti parte della storia, tra risate, divertimento, nostalgia e persino lacrime”.
L’Associazione Veneti nel Mondo ha preso parte, su invito del Presidente della Prima Commissione del Consiglio regionale del Veneto, Luciano Sandonà, alla conferenza stampa di presentazione, a Venezia, del primo corso accademico di lingua veneta in Brasile, ospitato dall’Università Federale di Santa Maria e dall’Università Francescana nello Stato del Rio Grande do Sul.
“Si tratta di un traguardo di portata storica – ha commentato l’Associazione Veneti nel Mondo -, che va ben oltre il piano accademico: è il riconoscimento ufficiale di una lingua viva, di una cultura millenaria e di una identità collettiva che continua a unire le comunità venete nel mondo, da una sponda all’altra dell’oceano”.
Il corso, articolato in 15 lezioni per un totale di 45 ore, sarà tenuto dal professor Marcos Daniel Zancan, da anni attivo nel Progetto Quarta Colonia, in collaborazione con l’Academia de ła Bona Creansa – Academia de ła Łengua Veneta, presieduta da Alessandro Mocellin. Un’iniziativa che nasce dal lavoro quotidiano sul territorio, dall’impegno per mantenere viva la memoria dell’emigrazione veneta e per rafforzare il senso di appartenenza nei giovani discendenti dei migranti.
“È fondamentale, come previsto dallo Statuto della Regione del Veneto, mantenere vivi e dinamici i legami con i Veneti all’estero – ha dichiarato Aldo Rozzi Marin, Presidente dell’Associazione Veneti nel Mondo –. In particolare con la comunità del Rio Grande do Sul, la cosiddetta Ottava Provincia Veneta”.
Durante la conferenza stampa, il consigliere Luciano Sandonà ha evidenziato come questo progetto rappresenti un ponte identitario e culturale tra il Veneto e le sue comunità nel mondo. Un vero e proprio viaggio accademico e umano attraverso la lingua, la storia, l’arte, la letteratura e le tradizioni popolari venete.
Il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha inoltre sottolineato l’importanza di questo corso come strumento di valorizzazione culturale e come contributo alla costruzione di una “Comunità veneta internazionale”, fondata su legami storici, linguistici e valoriali.
Intervenuto in veneto brasiliano, il professor Marcos Daniel Zancan ha ricordato: “Questo corso è il risultato di un percorso iniziato nel 2017, portato avanti con passione e impegno. L’obiettivo è far rivivere e riconoscere la lingua veneta in ambito accademico, rafforzando così l’identità culturale dei discendenti dei nostri migranti e aiutandoli a riscoprire le proprie radici”.
Anche la professoressa Rosemar de Fátima Vestena, dell’Università Francescana di Santa Maria, ha posto l’accento sull’importanza del lavoro nelle scuole: un’attività capillare che coinvolge studenti e insegnanti in laboratori, giornate tematiche e progetti teatrali legati alla cultura veneta.
Per l’Associazione Veneti nel Mondo, questo progetto è un esempio concreto di come la collaborazione tra istituzioni, accademia e associazioni possa generare risultati di valore storico e culturale.
“Dobbiamo mantenere vivo questo profondo rapporto di fratellanza che unisce i veneti con i veneti nel mondo – ha aggiunto Rozzi Marin –. I nostri emigrati hanno portato ovunque i valori fondanti della nostra cultura: il lavoro, la famiglia, la fede, la solidarietà. E con loro hanno portato la lingua, parte viva e autentica di questo patrimonio”.
Nel corso dell’evento sono stati presentati anche due volumi che raccontano aspetti emblematici della cultura migrante veneta: “La bela polenta”, dedicato alla storia dell’alimentazione dei migranti e alla vita nella “Quarta Colonia” e “El colono el va scola”, un libro pensato per accompagnare i giovani alla riscoperta delle proprie radici venete.
A concludere la conferenza, le parole del Presidente Onorario dell’Associazione Veneti nel Mondo, Ettore Beggiato: “La cultura veneta non è solo memoria: è un’identità viva, in cammino, che sa dialogare con il futuro”.
A margine dell’evento la delegazione di professori e accademici delle due università brasiliane sono stati accompagnati dalla Veneti nel Mondo alla scoperta di Venezia e, in particolare, su invito del Consigliere Sandonà, della Basilica di San Marco. (focus\aise)