La voce degli eletti all’estero (2)

ROMA – focus/ aise – Alla luce della situazione di instabilità in Ecuador, il Governo dovrebbe provvedere alla sicurezza dei connazionali, prevedendo, tra l’altro, l’apertura di uno sportello consolare in forma stabile a Guayaquil. A chiederlo è Roberto Menia, senatore di Fratelli d’Italia, in una interrogazione al Ministro Tajani.
Nella premessa, Menia ricorda che “l'Ecuador affronta uno scenario da guerra civile prodotta dalle violenze di vari gruppi armati di narcotrafficanti. Il 10 gennaio 2024 il presidente Daniel Noboa ha dichiarato lo stato di "conflitto armato interno" e l'esercito e la polizia hanno potenziato il contrasto alla criminalità organizzata a seguito della situazione di emergenza prodotta dal drammatico assalto armato in diretta in uno studio televisivo del canale "TC Televisión" di Guayaquil, città di importanza nevralgica della guerra dello Stato contro le bande di narcotrafficanti. Al gesto brutale, con almeno 10 vittime, hanno fatto seguito violenza nelle strade e saccheggi”.
“Forte commozione in Ecuador – riporta il senatore – ha destato il brutale omicidio del procuratore César Suárez, incaricato di indagare sull'assalto, avvenuto il 17 gennaio a Guayaquil. Il clima di forte tensione interna causato dalla criminalità organizzata è percepibile nelle parole della procuratrice generale dello Stato, Diana Salazar: "Né i gruppi della criminalità organizzata, né i criminali o i terroristi fermeranno il nostro impegno a favore della società ecuadoriana"”.
“La comunità italiana in Ecuador – evidenzia Menia – è estremamente preoccupata per l'acuirsi della violenza che potrebbe, nel degenerare, comportare anche vittime e sequestri di cittadini italiani; in tale contesto è improrogabile il potenziamento in loco della presenza consolare italiana”.
Il senatore, dunque, chiede al Minsitro se “abbia già potuto analizzare le problematiche afferenti alla sicurezza che potrebbero coinvolgere la comunità italiana in Ecuador se la situazione dovesse ulteriormente peggiorare, e se non ritenga opportuno, in via preventiva, prevedere uno sportello consolare in forma stabile a Guayaquil, città nella quale risiede la maggior parte dei 27.000 italiani che vivono in Ecuador”.
“Prevedere un periodo transitorio nell'applicazione delle sanzioni” per la mancata iscrizione all’Aire e dare indicazioni per determinarne l’importo. A chiederlo è Simone Billi, deputato della Lega eletto in Europa, in una interrogazione indirizzata ai Ministri Tajani, Piantedosi e Giorgetti in cui riprende quanto evidenziato nei suoi recenti interventi in Aula.
Nella premessa, Billi ricorda che “in base all'articolo 6 della legge n. 470 del 1988, l'iscrizione all'Aire è un diritto-dovere del cittadino e costituisce il presupposto per usufruire dei servizi consolari forniti dalle nostre rappresentanze all'estero, nonché per l'esercizio di importanti diritti; più recentemente, la legge n. 213 del 2023, all'articolo 1, comma 242, ha introdotto una sanzione di importo variabile tra i 200 ed i 1.000 euro per ogni anno di mancata iscrizione all'Aire, fino ad un massimo di 5 anni, a carico di coloro che non ottemperano all'obbligo di iscriversi”.
La sanzione, precisa il deputato, “è ridotta ad 1/10 del minimo se la dichiarazione è presentata entro un massimo di 90 giorni”.
Posto che “la legge n. 213 del 2023 indica i criteri rilevanti ai fini della determinazione dell'entità della sanzione, tuttavia rimettendo ai comuni la scelta caso per caso”, Billi chiede di sapere “se il Governo non ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza, anche tramite un atto amministrativo, per orientare in modo circostanziato la determinazione dell'importo specifico dell'eventuale sanzione (previsto da un minimo di 200 ad un massimo di 1.000 euro per ogni anno) delle sanzioni e ne escluda esplicitamente la retroattività” e “se non ritenga altresì opportuno adottare iniziative di competenza volte a prevedere un periodo transitorio nell'applicazione delle sanzioni, concedendo più tempo ai connazionali residenti all'estero per procedere alla regolarizzazione delle proprie iscrizioni all'Aire e sospendendo contestualmente la riscossione delle multe nei procedimenti eventualmente già perfezionati”.
La Camera ha ratificato giovedì scorso l’Accordo tra l’Italia e San Marino sul riconoscimento delle decisioni giudiziarie in materia di misure alternative alla detenzione.
Deputato Pd eletto in Sud America e membro della Commissione esteri, Fabio Porta ha riportato in Aula la posizione del Gruppo parlamentare ricordando l’importanza di tale ratifica e sottolineando “la funzione rieducativa della pena come sancito nell’articolo 27 della nostra Costituzione nel quale si rileva il principio per il quale le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
“Voglio sottolineare - ha detto Porta - che questo Accordo evidenzia la condivisione tra l’Italia e San Marino dei valori che animano le democrazie europee e che dobbiamo sempre tenere presenti”.
“Pertanto – ha concluso il Parlamentare eletto all’estero - in considerazione dell’importanza di estendere la cooperazione giudiziaria e nella prospettiva dell’affermazione dei valori della nostra cultura giuridica e della tutela dei diritti della persona, annuncio il voto favorevole del mio Gruppo parlamentare”. (focus\aise)