La voce degli eletti all’estero (2)

ROMA – focus/ aise – Si terrà il prossimo 22 febbraio, alle ore 10.30, presso la Sala dell'Istituto Santa Maria in Aquiro, in Senato, la presentazione di Confassociazioni Australia. La presentazione è un'iniziativa del Senatore del Pd eletto in Australia, nonché Segretario della 9a Commissione Permanente del Senato - Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, Francesco Giacobbe.
All'incontro, oltre al Senatore eletto all'estero, prenderanno parte anche Angelo Deiana, Presidente di Confassociazioni, Carmelo Cutuli, Vicepresidente di Confassociazioni International con delega ai rapporti con Nord America e Australia, e il Presidente di Confassociazioni Australia, Giovanni Patti.
L'Italia e l'Australia sono collegati da vincoli storici e condividono significative relazioni commerciali in diversi settori, con un consistente flusso di esportazioni dall'Italia all'Australia che supera i 4 miliardi di euro. Entrambe le economie altamente sviluppate del G20, Australia e Italia attualmente vantano un buon livello di interazione commerciale e, soprattutto, ampie prospettive di miglioramento. Tuttavia, la pandemia da COVID-19 ha determinato una significativa contrazione degli scambi tra i due paesi nel periodo 2020-2021. Nonostante ciò, i valori degli scambi sono aumentati costantemente, raggiungendo i 4,443 miliardi di euro nel 2021 e i 5,818 miliardi di euro nel 2022. Sebbene le importazioni di beni australiani in Italia abbiano registrato un raddoppio nel 2022 rispetto al 2021, il saldo commerciale rimane significativamente a favore dell'Italia, con 4,7 miliardi di euro di esportazioni nel 2022.
"Tutte le iniziative - ha dichiarato il Sen. Francesco Giacobbe - che permettono la promozione d’Italia nel mondo sono benvenute e importanti perché di interesse strategico per il nostro Paese. Per quanto riguarda l’Australia, poi, ci sarebbero mille motivi per promuovere l’intensificazione dei rapporti bilaterali, fra questi tre in particolare: la popolazione di origine italiana in Australia rappresenta circa il 5% della popolazione totale; l’Australia può rappresentare il gateway naturale per espandere la presenza italiana nell’Indo-Pacifico; l’interesse dell’Australia per i Paesi europei è elevato, infatti il governo federale sta negoziando un Free Trade Agreement con l’UE. La presenza di Confassociazioni in Australia va nella direzione di intensificare i rapporti fra Italia e Australia e sono certo che essa metterà il massimo impegno per raggiungere gli obiettivi prefissati. Il mio in bocca al lupo va al presidente della sezione Australia, Giovanni Patti, buon lavoro".
I lavori dell'incontro saranno trasmessi in diretta streaming sul canale YouTube del Senato della Repubblica.
"La notizia che sta circolando su tutte le agenzie riguardo alla mancata iscrizione all'AIRE ha creato confusione tra diverse persone, alcune delle quali potrebbero essere iscritte all'AIRE ma non ne sono consapevoli o non lo ricordano. Questa registrazione è fondamentale per garantire la continuità dei diritti e delle prestazioni sociali per gli italiani che vivono all'estero". Inizia così l'intervista che Carmelo Vaccaro, coordinatore della SAIG - Società delle Associazioni Italiane a Ginevra, ha realizzato a Simone Billi, deputato della Lega eletto in Europa, che recentemente ha chiesto maggiore flessibilità sulle sanzioni previste dalla normativa.
"D. On. Billi, cosa ha ottenuto dal suo intervento in merito alle sanzioni previste da questa normativa scaturita dalla Legge di Bilancio 2024?
R. Come ho dichiarato in aula, ho chiesto al Governo di emanare un atto amministrativo per chiarire i criteri secondo cui i Comuni devono determinare l'importo della sanzione da comminare agli italiani residenti all’estero che non si iscrivono all’AIRE.
La Legge di Bilancio ha introdotto una sanzione tra i 200 ed i 1.000 euro per ogni anno di mancata iscrizione all'AIRE, fino ad un massimo di 5 anni, a carico di coloro che non rispettano l’obbligo di iscrizione.
La scelta dell'importo della sanzione è in capo ai Comuni. Inoltre, ho chiesto al Governo di chiarire in modo inequivocabile che questa nuova norma non è retroattiva e non si applica a coloro che si sono trasferiti all'estero negli anni passati, ma solo a coloro che lo fanno a partire da gennaio 2024.
Ribadisco l'importanza di prevedere un congruo periodo transitorio, poiché è molto più difficile per i nostri connazionali all'estero informarsi sulle nuove leggi.
D. On. Billi, perché il governo ha recentemente emanato un provvedimento del genere? Ha questa decisione c’è una connessione con lo scambio d’informazioni tra l’Italia e l’Europa?
R. Non penso ci siano collegamenti tra Italia e Europa per questa nuova norma. Il Ministero abbia voluto chiarire cosa succede a chi non si iscrive all’Aire pur vivendo e lavorando all’estero, anche in considerazione della riforma sui frontalieri.
D. Ci sono connazionali che emigrano con una missione a tempo determinato di 2 o 3 anni. Consiglia di iscriversi subito appena arrivati nelle nuove destinazioni, oppure non è necessario?
R. Certo, chi vive e lavora più di 1 anno fuori dal nostro Paese, si deve iscrivere all’Aire.
D. Quali sono le ragioni più frequenti per cui i connazionali potrebbero non iscriversi all'AIRE? Potrebbe essere una mancanza di benefici immediati percepiti, la percezione di complicazioni fiscali o semplicemente il disinteresse?
R. Le ragioni per cui una persona che vive e lavora all’estero può pensare di non iscriversi all’aire, sono sostanzialmente due:
1. si perde l’assistenza sanitaria nazionale in Italia. Questo perché il SSN è pubblico, cioè viene finanziato con le tasse dei cittadini che vivono e lavorano in Italia
2. si paga l’IMU sulla prima casa in Italia come se fosse seconda casa. A riguardo sto lavorando anche con gli altri colleghi parlamentari eletto nella Circoscrizione Estero, per convincere il governo a eliminare questa ingiusta tassa". (focus\aise)