La voce degli eletti all’estero

ROMA – focus/ aise – "Il prossimo 29 febbraio avverrà il passaggio di consegne della Presidenza di EU-Chambers-Ungheria, dalla Camera di Commercio Irlandese alla Camera di Commercio Italiana per l'Ungheria. La cerimonia avverrà presso la sede dell'Ambasciata d'Italia a Budapest”. A ricordarlo oggi è Simone Billi, deputato della Lega eletto in Europa e presidente del Comitato sugli Italiani nel Mondo alla Camera.
“EU-Chambers – ricorda Billi – è stata costituita nel 1994 e riunisce tutte le camere di commercio UE presenti in Ungheria. A rotazione, ciascuna Camera di Commercio assume la presidenza per un anno. La presidenza italiana coinciderà col semestre di presidenza ungherese dell'UE, nella seconda parte dell'anno. La Presidenza di EU-Chambers, su richiesta del Governo ungherese, è interlocutore del Ministero degli Affari Europei per le tematiche di interesse degli associati alle Camere europee”.
Alla cerimonia del passaggio di consegne saranno presenti il Vice-Ministro degli Affari europei Barna Pal Zsigmond, il Vice-Ambasciatore irlandese James Hagan, i presidenti di varie Camere di Commercio, tra cui l'italiano Bernardino Pusceddu, il presidente del Comites Ungheria Maurizio Sauli e i rappresentanti della comunità economica e industriale in Ungheria.
“Auguro a Bernardino Pusceddu e alla Camera di Commercio Italiana in Ungheria un buono e proficuo lavoro a vantaggio delle relazioni economiche tra Italia e Ungheria”, conclude Billi. “Un ringraziamento all'Ambasciata italiana per l'ospitalità data a questa cerimonia".
“Signor Presidente, oggi chiedo la parola in quest'Aula che rappresenta l'essenza stessa della Repubblica italiana per rendere omaggio a un uomo, un Grand'Ufficiale della nostra Repubblica, un imprenditore, un giornalista, un emigrato, un amico”. Così il senatore Pd Francesco Giacobbe ha iniziato ieri il suo intervento nell’Aula del Senato per ricordare Ubaldo Larobina, fondatore del più grande Network di informazione italiano in Australia, il Globo, morto lo scorso 16 dicembre.
“Prendere oggi la parola per celebrarne un breve ricordo, signor Presidente, non è un atto di commiato - anche esso dovuto - ma è un modo perché la memoria di quanto fatto da Ubaldo Larobina possa rimanere custodito anche qui, negli archivi di questa Aula sacra alla nostra democrazia; così come merita chi, come Larobina, ha speso la sua vita professionale e privata per la comunità italiana, per far sì che i tantissimi emigrati come lui potessero avere una vita migliore”, ha sottolineato il senatore eletto all’estero.
“L'Australia che lo accolse nel 1957 non era quel grande Paese multiculturale che oggi conosciamo”, ha ricordato Giacobbe. “Gli anni 50 in generale non erano quella realtà erudita e progressista del mondo occidentale moderno. E anche noi italiani non godevamo di quell'apprezzamento e di quella ammirazione che abbiamo saputo costruire nel mondo intero nel corso dei decenni successivi, anche e - mi sia consentito - soprattutto grazie ai tantissimi emigrati che come Ubaldo Larobina hanno fatto conoscere ad altre culture, ad altre lingue, ad altre tradizioni, quanto l'Italia e la sua gente fossero capaci di offrire al mondo”.
“Nel 1959 – ha proseguito il parlamentare – Larobina fonda e pubblica per la prima volta il giornale “Il Globo”, un settimanale, poi quotidiano, e infine bisettimanale, tutto in lingua italiana, che si pone come obiettivo quello di ridurre le distanze fra l'Italia e l'Australia; distanze che negli anni 50 dello scorso secolo sembravano pressoché insuperabili. Nel corso dei decenni il giornale è cresciuto, insieme alla sua comunità di lettori e agli italiani d'Australia. Il contributo offerto all'accoglienza dei nostri emigrati, che in quegli anni arrivavano dall'altra parte del mondo in nave e non conoscevano né la lingua inglese, né le usanze del nuovo mondo, è stato straordinario; inferiore, forse, solo al contributo che lo stesso giornale ha dato per la formazione dell'Australia multiculturale che conosciamo oggi. Dopo aver acquisito anche la proprietà dell'altro storico giornale italiano d'Australia, “La Fiamma”, la cui testata nacque dalla volontà dei frati Cappuccini per sostenere la nostra comunità emigrata già nel 1947, Larobina fondò alcuni anni dopo la prima stazione radio completamente italiana 24 ore al giorno, Rete Italia”.
“E sempre a Ubaldo Larobina – ha sottolineato Giacobbe – va dato il merito di aver traghettato queste testate giornalistiche dagli anni 50 ai giorni nostri. Esse, infatti, sono tutte ancora in piena attività e al gruppo editoriale si è aggiunta anche una televisione in streaming che di recente ha anche chiuso un accordo con la Rai. Dico questo, signor Presidente, perché è doveroso sottolineare come l'eredità culturale di Ubaldo Larobina sia più che mai viva e continui a produrre benefici per l'Italia e per gli italiani all'estero anche oggi che, purtroppo, lui non è più tra noi”.
“Calabrese di nascita, romano di adozione, Ubaldo Larobina ha saputo combinare il meglio di due Paesi, Italia e Australia, che ha chiamato casa fino alla fine dei suoi giorni. Ha saputo promuovere, difendere, raccontare l'Italia agli italiani e agli australiani. È stato – ha evidenziato Giacobbe – un punto di riferimento per la comunità e dalla sua redazione sono passati i più grandi interpreti della politica australiana e italiana. Un suo direttore, che per anni aveva contribuito all'affermazione de «Il Globo», il compianto Nino Randazzo, è stato il primo senatore italiano eletto nella circoscrizione australiana. E io stesso, emigrato giovane da poco giunto in Australia, dalle colonne del suo giornale e dalle frequenze della sua radio ho curato rubriche e condotto programmi radiofonici per assistere gli italiani all'estero con problematiche di tipo previdenziale e fiscale”.
“Non c'è ad oggi, signor Presidente, un solo aspetto della vita della comunità italiana in Australia che non abbia trovato attenzione e sostegno da parte di Ubaldo Larobina e del suo Network di informazione. La sua scomparsa – ha concluso il senatore – è una grande perdita per tutti noi, ma la sua eredità culturale e umana rappresenta un tesoro unico e inesauribile che sarà conservato nella memoria, futuro degli italiani d'Australia e, da oggi, anche del Senato e della Repubblica italiana, comunità che Ubaldo Larobina ha servito con umiltà, passione e orgoglio”.
La Farnesina intende “proseguire il confronto costruttivo con gli attori interessati facenti parte del sistema della formazione italiana nel mondo”. Ad assicurarlo è stata la sottosegretaria agli esteri Maria Tripodi che, nella seduta di ieri in Commissione Esteri, ha risposto all'interrogazione con cui Federica Onori (Azione) chiedeva al Ministero di istituire un “tavolo di lavoro” per confrontarsi con gli enti gestori, messi in difficoltà dalla circolare 4.
Un confronto che, ha detto Tripodi, esiste già: “le innovazioni progressivamente introdotte nella fase di attuazione della nuova normativa sugli Enti gestori sono anche il frutto di una costante interazione con tutte le parti coinvolte. In alcuni casi, sono state elaborate sulla base di stimoli degli stessi Enti”.
“Alcuni soggetti hanno incontrato qualche difficoltà di adattamento alla mutata normativa”, ha ammesso il sottosegretario. “Ma – lo stiamo osservando – si consolidano sempre più le buone prassi attuate da un numero crescente di Enti gestori” che “sono in grado di diversificare le proprie entrate grazie a una gestione manageriale delle risorse, pur mantenendo la natura “no profit”. Il principio alla base della riforma è proprio questo”.
“Riconosciamo agli Enti gestori un ruolo più ampio rispetto al passato”, ha assicurato ancora Tripodi. “Alle tradizionali funzioni di assistenza alle collettività italiane, si sovrappone il ruolo di attori della promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo. Questo anche in risposta alla diffusione delle collettività italiane in Paesi che non rientrano tra quelli tradizionalmente meta di emigrazione e al crescente interesse di cui la cultura italiana è oggetto. A riprova dell'efficacia del nuovo impianto normativo, osserviamo un significativo aumento del numero di Enti potenzialmente beneficiari di contributi, anche in quei contesti nei quali vogliamo intercettare la crescente domanda d'italiano da parte di studentesse e studenti stranieri in età scolare”.
Nell'esercizio finanziario 2023, ha informato Tripodi, “sono stati erogati complessivamente circa 12 milioni e 200 mila Euro, a beneficio di 84 iniziative proposte da 63 Enti gestori. Per il 2024 gli Enti che hanno presentato domanda di contributo, tutt'ora in corso di esame, sono aumentati a 71”.
Il sottosegretario ha quindi ricordato che “il più recente decreto attuativo del 29 settembre scorso, che ha recepito parte delle richieste degli Enti, ha introdotto importanti novità. Esse includono l'erogazione di un anticipo, pari al 20 per cento del contributo assegnato, a seguito della sola acquisizione – da parte del Ministero – della rendicontazione finale del contributo ricevuto nell'esercizio finanziario precedente. E non a seguito della formale approvazione della stessa, come avvenuto in precedenza. Questa innovazione è stata introdotta proprio per velocizzare i tempi ed andare incontro alle difficoltà segnalate da alcuni soggetti assegnatari”.
Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ha concluso, “intende proseguire il confronto costruttivo con gli attori interessati facenti parte del sistema della formazione italiana nel mondo. Attraverso questo confronto vogliamo anche individuare le modalità più opportune per risolvere eventuali, residue criticità”.
Nella sua replica, Onori si è detta “insoddisfatta della risposta del Governo, che non ha avviato alcun tavolo di confronto il lavoro tra i competenti uffici del MAECI ed i principali attori interessati per risolvere le criticità esistenti, più volte segnalate all'attenzione degli eletti all'estero. Benché alcuni enti gestori abbiano dimostrato una notevole resilienza alle difficoltà economico-finanziarie, - ha aggiunto la deputata – l'Esecutivo sembra dimostrare una totale assenza di strategia per affrontare il problema in maniera strutturale, contraddicendo, di fatto, l'obiettivo, più volte ribadito, di promuovere la conoscenza della lingua e della cultura italiana nel mondo. In particolare, manca una chiara consapevolezza delle finalità dei corsi di lingua, originariamente indirizzati alla formazione dei figli degli emigranti e divenuti nel tempo uno strumento per la promozione del sistema-Paese”. (focus\aise)