Notizie dall’UE (2)

Roma – focus/ aise - Alla vigilia delle elezioni europee, che si terranno dal 6 al 9 giugno, la Commissione europea ha pubblicato oggi un’indagine Eurobarometro sui giovani e la democrazia, da cui emerge che il 64% dei giovani (il 67% di quelli italiani) dichiara di avere intenzione di votare. Tuttavia, mentre il 38% ritiene che votare sia l'azione più efficace per far sentire la propria voce, circa il 19% dichiara di non essere interessato alla politica e il 13% di non essere interessato a votare.
Dall'indagine è emerso che molti giovani sono attivi e impegnati: il 64% ha infatti dichiarato di aver partecipato alle attività di una o più organizzazioni negli ultimi 12 mesi e il 48% ha dichiarato di aver agito per cambiare la società firmando una petizione, partecipando a una manifestazione o scrivendo a un esponente politico.
Infine, dall'indagine è emerso che i giovani continuano ad avere una visione europea.
Oltre il 43% ha partecipato a un'attività in un altro paese dell'UE. Quasi la metà dei giovani intervistati (il 49%) dichiara di essere a conoscenza delle opportunità di finanziamento offerte da Erasmus+, il programma europeo per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport. Quasi due terzi (il 67%) dei giovani ritengono che l'UE influisca, almeno in parte, sulla loro vita quotidiana, mentre il 26% afferma il contrario e il 7% dichiara di non saperlo.
Nuova edizione per il Premio Daphne Caruana Galizia per il giornalismo 2024 lanciato dal Parlamento europeo.
Il premio è un riconoscimento annuale per il giornalismo d'eccellenza che promuove e difende i principi e i valori fondamentali dell'Unione europea, quali dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto e diritti umani.
"I giornalisti devono essere liberi di fare il loro lavoro. Questo è un aspetto non negoziabile”, ha sottolineato la Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. “Ogni anno il Parlamento europeo rinnova il suo impegno a sostenere la libertà dei media e della stampa, in omaggio alla coraggiosa giornalista Daphne Caruana Galizia. Daphne è stata assassinata, ma il suo spirito perdura nel lavoro dei giornalisti che, come lei, difendono la verità, il pluralismo e la giustizia. Questo premio è per loro".
Possono partecipare giornalisti professionisti o team di giornalisti di qualsiasi nazionalità, presentando inchieste approfondite pubblicate o trasmesse da mezzi di comunicazione con sede in uno dei 27 Stati membri dell'Unione. L'obiettivo è promuovere e sottolineare l'importanza del giornalismo professionale nella salvaguardia della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e dei diritti umani.
I giornalisti possono presentare i loro articoli sul sito https://daphnejournalismprize.eu/ entro le 12:00 (ora italiana) del 31 luglio 2024.
Il vincitore verrà scelto da una giuria indipendente, composta da rappresentanti della stampa e della società civile dei 27 paesi dell'UE e da rappresentanti delle principali associazioni dei giornalisti europee. La cerimonia di premiazione si terrà, come ogni anno, intorno al 16 ottobre, anniversario dell'omicidio di Daphne Caruana Galizia.
Il premio, e i 20.000 euro assegnati al vincitore, dimostrano il sostegno del Parlamento al giornalismo investigativo e l'importanza di una stampa libera.
Negli ultimi anni, il Parlamento europeo ha segnalato i tentativi, all'interno e all'esterno dell'UE, di minare il pluralismo dei media. I deputati Ue hanno infatti denunciato gli attacchi ai giornalisti, in particolare da parte dei politici, e chiesto alla Commissione di presentare una proposta legislativa contro le azioni legali vessatorie nel 2021, che sono state effettivamente approvate a febbraio 2024. A marzo di quest’anno, l'Eurocamera ha dato il via libera anche alla legge europea per la libertà dei media, una nuova normativa per proteggere i giornalisti dell'UE e la libertà di stampa.
Chi era Daphne Caruana Galizia?
Daphne Caruana Galizia era una giornalista maltese, oltre che una blogger e un'attivista contro la corruzione. È stata autrice di numerose inchieste sulla corruzione, il riciclaggio di proventi illeciti, la criminalità organizzata, la compravendita di passaporti per acquisire la cittadinanza maltese e i legami del governo dell'isola con lo scandalo dei Panama Papers. È stata vittima di vessazioni e minacce, culminate nell'esplosione di una bomba nascosta nella sua auto che ha posto fine alla sua vita il 16 ottobre 2017. Il clamore e le proteste per il modo in cui le autorità competenti hanno gestito le indagini sul suo omicidio hanno portato il primo ministro Joseph Muscat a dimettersi dall'incarico. Critico sulle mancanze delle indagini, a dicembre 2019 il Parlamento ha chiesto alla Commissione europea di intervenire.
Nell'ottobre 2023, a sei anni dall'uccisione, il Parlamento si è detto preoccupato per gli scarsi progressi compiuti in merito al suo assassinio. I deputati hanno espresso rammarico per il fatto che le indagini abbiano portato solo a tre condanne e hanno insistito sulla necessità di assicurare alla giustizia tutte le persone coinvolte. (focus\ aise)