Vita da ambasciatore/ambasciatrice (2)

ROMA – focus/ aise – L’ambasciatore d’Italia in Serbia, Luca Gori, ha aperto nei giorni scorsi la seconda edizione della “Notte del vino italiano” presso Palilulska Pijaca a Belgrado nell’ambito della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo.
L’evento, realizzato in collaborazione con l’Ufficio ICE di Belgrado, ha offerto al pubblico serbo la possibilità di scoprire e degustare una selezione di vini provenienti da alcune delle più rappresentative cantine italiane, grazie alla partecipazione di importatori e distributori locali.
La manifestazione ha confermato l’interesse crescente per il vino italiano in Serbia, dove il consumo e l’apprezzamento per le etichette tricolori continuano a registrare un andamento positivo.
“In un mercato in contrazione, l’Italia si distingue come unico grande fornitore a crescere, aumentando nell’ultimo anno del 12,57% il valore delle esportazioni di vino italiano in Serbia. Particolarmente significativa è la forte dinamica delle bollicine italiane, che registrano un incremento nelle esportazioni superiore al 34%, confermando l’interesse crescente dei consumatori serbi per le etichette italiane di qualità”, ha affermato il direttore dell’Ufficio ICE di Belgrado, Antonio Ventresca.
“Nel periodo gennaio settembre di quest’anno”, gli ha fatto eco l’ambasciatore Luca Gori, “abbiamo esportato vino sul mercato serbo per un valore di 5,65 milioni di euro e rappresentiamo come Italia il 21,39% di tutte le importazioni del settore nel mercato nazionale. Puntiamo ora a rafforzare ulteriormente la nostra presenza in Serbia anche grazie alla partecipazione di circa 70 operatori italiani alla prossima fiera Wine Vision by Open Balkan a Belgrado”.
L’ambasciatore d’Italia a Madrid, Giuseppe Buccino Grimaldi, ha convocato e presieduto il 25 novembre scorso l’annuale riunione della rete consolare italiana in Spagna e Andorra.
Alla prima riunione, prevista dall’art. 6 comma 2 della Legge istitutiva dei Comitati degli italiani all’estero (n. 286 del 2003), hanno partecipato l’on. Onori, eletta all’estero presso la circoscrizione Europa e intervenuta in video-collegamento, i capi degli Uffici consolari di prima categoria, ovvero Madrid, Barcellona e Arona, i consiglieri Cgie, i presidenti dei Comites e il coordinatore consolare per la Spagna.
La riunione si è tenuta nella sala dell’Ambasciata recentemente intitolata alla memoria di Aldo Olcese, esponente di spicco della collettività italiana in Spagna scomparso prematuramente nel corso dell’anno.
I presenti hanno condotto un’analisi della crescita, molto sostenuta, della presenza italiana registrata all’anagrafe consolare in Spagna, che ha quasi raggiunto le 350 mila unità (+25% dal novembre 2023 ad oggi). Sono state descritte le iniziative di rafforzamento dei servizi e dell’assistenza consolare.
“La rete diplomatico-consolare in Spagna e Andorra pone il sostegno alle nostre comunità all’estero tra le priorità della propria azione, mantenendo sempre una collaborazione efficace con i Comites”, ha affermato l’ambasciatore Buccino. “Gli obiettivi sono numerosi e in continua evoluzione: dalla qualità dei servizi consolari alla promozione della lingua, della cultura e della storia italiana, dalla valorizzazione dei nostri moltissimi giovani in Spagna all’ordinato esercizio del voto”.
L’andamento, la qualità e la tempestività dei servizi consolari, in grande miglioramento, sono stati oggetto di un partecipato scrutinio da parte dei presenti, che hanno poi riflettuto sull’impatto della nuova legge sulla cittadinanza.
Il secondo segmento, aperto a tutti i 18 Consoli onorari della rete in Spagna e ad Andorra, è stato dedicato alla promozione integrata. L’incontro ha permesso di coniugare in una logica di sistema le eccellenze del “made in Italy” nelle diverse dimensioni: economica e commerciale, culturale, scientifica e tecnologica, per massimizzare l’impatto dell’azione promozionale, in linea con una diplomazia sempre più a sostegno della crescita del Paese.
Si è infine svolta una riunione di coordinamento tra gli Uffici consolari, di carriera e onorari, nel corso della quale sono stati approfonditi contenuti specifici in materia di assistenza ai connazionali, comunicazione con il pubblico e gestione delle richieste ricorrenti; misure per il corretto trattamento dei dati personali; nuovo documento di viaggio d’emergenza europeo.
L’ambasciatrice d’Italia in Francia, Emanuela D’Alessandro, ha partecipato in videoconferenza all’edizione 2025 dei Dialoghi Italo-Francesi per l’Europa, ospitati dall’Università Luiss di Roma nel giorno del quarto anniversario del Trattato del Quirinale, siglato il 26 novembre 2021 per rafforzare la cooperazione strategica tra Italia e Francia.
Promosso insieme a Sciences Po e in collaborazione con TEHA Group (The European House – Ambrosetti), l’evento, dal titolo “Dal dialogo al risultato: la forza della cooperazione italo-francese nel quadro europeo”, ha riunito esponenti di primo piano del mondo istituzionale, diplomatico, accademico e industriale dei due Paesi.
“Il Trattato del Quirinale ha dato struttura al rapporto tra due Paesi che rappresentano i pilastri dell’architettura europea. La collaborazione bilaterale non si è manifestata solo sul piano diplomatico, rivelandosi un fattore fondamentale per la crescita, l’innovazione e la competitività del nostro Continente. L’ottava edizione dei Dialoghi Italo-Francesi ha rappresentato un momento chiave per approfondire questi temi, discutere progetti condivisi e rafforzare il legame tra istituzioni, mondo accademico e imprese” ha dichiarato Paola Severino, presidente della School of Law Luiss e membro del Comitato Italo-Francese che ha contribuito alla stesura del Trattato.
“È in Italia e in Francia, più ampiamente in Europa, che sono nate le Università, spazi di libertà regolati da tutele specifiche, dove si può studiare, pensare e innovare a beneficio delle nostre società. È questo che le rende istituzioni profondamente democratiche. La cooperazione universitaria franco-italiana è un pilastro per l’Europa e per i nostri due Paesi”, ha affermato Luis Vassy, direttore di Sciences Po.
“Anche quest’anno, i Dialoghi italo-francesi per l’Europa mantengono intatto il loro carattere decisamente meritorio all’interno delle relazioni tra Italia e Francia”, ha detto l’ambasciatrice D’Alessandro nel suo intervento. “L’azione italo-francese, come sancito anche dal Trattato, si colloca innanzitutto nel quadro europeo. A quattro anni dalla firma, constatiamo senza dubbio un forte impatto sui principali temi dell’agenda europea. Ma l’azione italo-francese è anche e innanzitutto un’azione ispirata a un approccio pragmatico e teso a raggiungere risultati concreti e operativi, come, da ultimo, il lancio della Coalizione Europea contro le Droghe o, su un altro fronte, l’impegno comune nel Comitato di Cooperazione Transfrontaliera, strumento ideato dal Trattato e che si è trasformato in una vera e propria efficace cabina di regia “multi-livello”, co-presieduta dai Ministri degli Esteri dei nostri due Paesi”.
“Al cuore di tutto quello che facciamo, Italia e Francia insieme in ambito bilaterale ed europeo, e ancora di più con questo fantastico strumento che è il Trattato del Quirinale, è il futuro dei nostri giovani”, le parole di Martin Briens, ambasciatore di Francia in Italia. “In un mondo complesso, questo Trattato sta non solo mantenendo le sue promesse ma sta anche dando un’accelerazione sempre più concreta alla nostra cooperazione”, ha aggiunto. “Non mi è possibile ricordarne qui tutti i dati, ma mi preme citare tre esempi concreti. Tanti scambi avvengono nel campo della Sicurezza e della Difesa: nel 2025, 48 eventi hanno animato le relazioni bilaterali di difesa franco-italiana mentre si sono svolti 30 incontri bilaterali tra autorità militari; in ambito economico, l’Italia e la Francia contano 4.000 aziende che operano in entrambi i Paesi e generano quasi 400.000 posti di lavoro; infine, sul tema cultura e giovani: per il programma di residenze per i giovani artisti, il “Nouveau Grand Tour”, lanciato dal Trattato, 25 artisti francesi e 50 artisti italiani saranno in residenza in Italia e in Francia per l’anno 2025/2026”, ha osservato l’ambasciatore, per poi concludere: “Le premesse ci sono, quindi auguro a tutti noi un altro anno di Trattato del Quirinale che vada oltre le nostre aspettative” .
A conferma dell’importanza e della concretezza di questa cooperazione, i dati più recenti mostrano come Italia e Francia abbiano rafforzato i loro legami economici, culturali e accademici. Nel 2024 i due Paesi hanno generato insieme 4.800 miliardi di dollari, pari al 28,8% del PIL europeo, consolidando il loro ruolo di terzo polo economico mondiale. Sul fronte formativo, le oltre 350 doppie lauree attive testimoniano invece l’attenzione condivisa allo sviluppo delle competenze, confermando come la collaborazione bilaterale rappresenti una leva concreta di crescita, attrattività e influenza in Europa.
L’incontro, aperto dai saluti istituzionali del rettore Luiss Paolo Boccardelli e degli ambasciatori Martin Briens ed Emanuela D’Alessandro, ha approfondito tutti i principali ambiti di collaborazione tra Italia e Francia, spaziando da innovazione e sostenibilità energetica a infrastrutture e mobilità, passando per informazione, cultura e democrazia.
L’indagine di IPSOS Italia “Due Paesi allo specchio: Francia-Italia”, condotta con il supporto di Edison, è stata presentata da Nando Pagnoncelli, presidente Luiss School of Government e IPSOS, che ha restituito percezioni e priorità dei cittadini italiani e francesi su temi quali sicurezza, transizione energetica e disuguaglianze.
“Il quadro che emerge è segnato da preoccupazioni economiche e dalla percezione di disuguaglianze in crescita, fattori che incidono sul sentiment. In questo contesto”, ha riferito Pagnoncelli, “i giudizi sulle relazioni reciproche, pur in lieve flessione, restano complessivamente più positivi che negativi. Si conferma tuttavia un’asimmetria: i francesi esprimono valutazioni più favorevoli verso l’Italia rispetto a quanto avvenga in senso inverso. Anche il tono emotivo diverge, con in Italia a prevalere l’indifferenza e in Francia la simpatia”.
“La transizione energetica è una sfida che nessun paese può affrontare da solo e rappresenta un’opportunità di rafforzamento e costruzione di partnership industriali tra i paesi dell’Unione Europea, volte ad accrescere la competitività e l’autonomia del mercato europeo”, ha detto l’amministratore delegato di Edison, Nicola Monti, prendendo la parola. “In questo senso, la collaborazione tra Italia e Francia, due paesi fortemente impegnati nel percorso di transizione e unite dal Trattato del Quirinale, ci permette di accelerare su capitoli quali l’innovazione, con uno sguardo prospettico all’energia nucleare, la sicurezza e la sostenibilità, mettendo al centro lo sviluppo delle competenze e delle future generazioni”.
Marc Lazar, titolare della cattedra BNL-BNP Paribas “Relazioni franco-italiane per l’Europa” alla Luiss e professore emerito di Sciences Po ha chiuso la giornata di lavori.
All’incontro hanno partecipato anche: il segretario generale MAECI, Riccardo Guariglia; l’amministratore delegato di newcleo Stefano Buono; Marie Claire Daveu, responsabile sostenibilità e affari internazionali di Kering; Fabrizia Lapecorella, vice segretaria generale OCSE; Marta Tramezzani, dottoranda in Scienze Politiche a Sciences Po e rappresentante Associazione La Strada; Gioia Ghezzi, presidente Gruppo ATM; José Gonzalo, direttore esecutivo BPI France; Giampiero Massolo, direttore Geopolitical Risk Observatory Luiss e presidente Mundys; Manuela Rocca, direttrice generale aggiunta TELT; Claudia Ferrazzi, fondatrice e presidente Viarte; e Franco Bassanini, presidente Fondazione Astrid. (focus\aise)