Papa Francesco: il mondo ha bisogno di pace, dobbiamo educare alla pace

ph Vatican Media

ROMA\ aise\ - “Il mondo ha bisogno di pace!” E noi “dobbiamo educare alla pace”. Non ha mancato di ricordarlo e di puntare il dito contro la guerra, che “è in sé stessa un crimine contro l’umanità”, Papa Francesco. Affacciandosi ieri in piazza San Pietro per la consueta recita dell’Angelus domenicale, Bergoglio ha invitato fedeli e pellegrini a non dimenticare “quanti soffrono la crudeltà della guerra in tante parti del mondo, specialmente in Ucraina, in Palestina e in Israele”.
“All’inizio dell’anno”, ha ricordato il Santo Padre, “ci siamo scambiati auguri di pace, ma le armi hanno continuato ad uccidere e distruggere. Preghiamo affinché quanti hanno potere su questi conflitti riflettano sul fatto che la guerra non è la via per risolverli, perché semina morte tra i civili e distrugge città e infrastrutture. In altre parole, oggi la guerra è in sé stessa un crimine contro l’umanità. Non dimentichiamo questo: la guerra è in sé stessa un crimine contro l’umanità”, ha ribadito il Papa.
“I popoli hanno bisogno di pace! Il mondo ha bisogno di pace!”, ha aggiunto Bergoglio. “Dobbiamo educare alla pace. Si vede che non siamo ancora – l’umanità intera – con un’educazione tale da fermare ogni guerra. Preghiamo sempre per questa grazia: educare alla pace”.
Nel corso dell’Angelus, il Pontefice aveva illustrato il passo del Vangelo che presenta l’incontro di Gesù con i primi discepoli (cfr Gv 1,35-42). “Questa scena ci invita a fare memoria del nostro primo incontro con Gesù”, ha spiegato. “Ognuno di noi ha avuto il suo primo incontro con Gesù; da bambino, da adolescente, da giovane, da adulto, adulta… Quando ho incontrato Gesù per la prima volta? Possiamo fare un po’ di memoria. E dopo questo pensiero, questo ricordo, rinnovare la gioia di seguirlo e chiederci: che cosa significa essere discepoli di Gesù? Secondo il Vangelo di oggi possiamo prendere tre parole: cercare Gesù, dimorare con Gesù, annunciare Gesù”.
“Anzitutto cercare. Due discepoli”, ha proseguito Papa Francesco, “grazie alla testimonianza del Battista, cominciarono a seguire Gesù e Lui, “osservando che essi lo seguivano, disse loro: “Che cosa cercate?” (v. 38)”. Sono le prime parole che Gesù rivolge loro: anzitutto li invita a guardarsi dentro, a interrogarsi sui desideri che portano nel cuore. “Cosa stai cercando?”. Il Signore non vuole fare proseliti, non vuole “follower” superficiali, il Signore vuole persone che si interrogano e si lasciano interpellare dalla sua Parola. Pertanto, per essere discepoli di Gesù bisogna prima di tutto cercarlo, avere un cuore aperto, in ricerca, non un cuore sazio o appagato”.
“Cosa cercavano quei primi discepoli? Lo vediamo attraverso il secondo verbo: dimorare”, ha continuato Bergoglio. “Essi non cercavano notizie o informazioni su Dio, oppure segni o miracoli, ma desideravano incontrare il Messia, parlare con Lui, stare con Lui, ascoltarlo. La prima domanda che fanno qual è?: “Dove dimori?” (v. 38). E Cristo li invita a stare con Lui: “Venite e vedrete” (v. 39). Stare con Lui, rimanere con Lui, questa è la cosa più importante per il discepolo del Signore. La fede, insomma, non è una teoria, no, è un incontro, è andare a vedere dove abita il Signore e dimorare con Lui. Incontrare il Signore e dimorare con Lui”.
“Cercare, dimorare e, infine, annunciare”, ha chiosato il Papa. “I discepoli cercavano Gesù, poi sono andati con Lui e sono stati tutta la serata con Lui. E adesso annunciare. Tornano e annunciano. Cercare, dimorare, annunciare. Io cerco Gesù? Dimoro in Gesù? Ho il coraggio di annunciare Gesù? Quel primo incontro con Gesù fu un’esperienza talmente forte, che i due discepoli ne ricordarono per sempre l’ora: “erano circa le quattro del pomeriggio” (v. 39). Questo fa vedere la forza di quell’incontro. E i loro cuori erano così pieni di gioia che sentirono subito il bisogno di comunicare il dono ricevuto. Infatti, uno dei due, Andrea, si affretta a condividerlo con suo fratello Pietro e lo porta al Signore. Cercare il Signore, stare con Lui”.
“Fratelli e sorelle, anche noi oggi facciamo memoria del nostro primo incontro col Signore”, è stato l’invito di Bergoglio. “Ognuno di noi ha avuto il primo incontro, sia in famiglia sia fuori… Quando io ho incontrato il Signore? Quando il Signore ha toccato il mio cuore? E ci chiediamo: siamo ancora discepoli innamorati del Signore, cerchiamo il Signore, oppure ci siamo accomodati in una fede fatta di abitudini? Dimoriamo con Lui nella preghiera, sappiamo stare in silenzio con Lui? Io so dimorare in preghiera con il Signore, stare in silenzio con Lui? E poi, sentiamo il desiderio di condividere, di annunciare questa bellezza dell’incontro con il Signore?”. Infine il consueto appello a “Maria Santissima, prima discepola di Gesù”, affinché “ci doni il desiderio di cercarlo, di stare con Lui e di annunciarlo”. (p. di dionisio\aise)