In flessione l’export del trevigiano e bellunese nel 2024

TREVISO\ aise\ - Nei primi 9 mesi del 2024, i dati sull’export trevigiano e bellunesi sono in flessione. Questi dati, diffusi dall’Istat nei giorni scorsi, confermano le tendenze già osservate nel monitoraggio ai sei mesi. Rispetto a gennaio-settembre 2023 le esportazioni di Treviso diminuiscono del 2,0%. “È un risultato in linea anche con l’export del Veneto che scende del -2,6% su base annua. Tendenze confermate anche per Belluno: il calo ai primi nove mesi è del -6,6%”, ha commentato Mario Pozza, Presidente della Camera di Commercio di Treviso–Belluno-Dolomiti.
“Per Treviso la variazione del -2,0% fa media di tre macro-tendenze settoriali – ha aggiunto Pozza -. Notiamo, dal confronto con gennaio-settembre 2023, una sostanziale tenuta delle esportazioni di macchinari e di mobili (le prime due voci per valore export provinciale). Le vendite di macchinari tengono anche verso il mercato tedesco. Continuano a crescere le vendite all’estero per le bevande e l’alimentare, e per gli elettrodomestici. Osserviamo, invece, una diminuzione anche significativa dell’export per il tessile-abbigliamento, per le calzature, per la componentistica automotive e per la carpenteria metallica. Con variazioni negative anche a due cifre”.
Guardando ai mercati, per Treviso, Pozza ha spiegato che continua a pesare soprattutto la riduzione delle esportazioni verso la Germania: il calo è del -9,4%, che corrisponde a quasi 164 milioni di vendite in meno rispetto allo scorso anno (calzature e tessile-abbigliamento, carpenteria metallica, mobili, componentistica per automotive).
Per Belluno, la flessione del -6,6% è riconducibile principalmente alla diminuzione dell’export di occhialeria verso il mercato statunitense (forse anche per riorganizzazioni della filiera che possono incidere sui flussi estero su estero). Ma il segno negativo si osserva anche per l’export di macchinari, di prodotti del tessile e abbigliamento e della metallurgia. Tiene, invece, l’export di prodotti di elettronica/apparecchi medicali, terza voce dell’export provinciale.
“I dati export – riflette Pozza – confermano la debolezza degli scambi soprattutto all’interno dell’Unione Europea: oltre alla Germania continuiamo ad osservare un segno negativo anche verso la Francia, altro nostro importante partner economico, sia per Treviso che per Belluno. Germania e Francia sono due fra le maggiori economie dell’Unione Europea, ed il perdurare della loro impasse non fa che indebolire l’intero sistema economico dell’aera”.
“Rimettere al centro il mercato comunitario, e le economie territoriali, deve essere una delle priorità nell’agenda della politica europea. Questo passa, come auspicato anche da Draghi, soprattutto attraverso una visione di lungo periodo che ponga al centro gli investimenti mirati al sostegno dell’innovazione nelle imprese, anche medio-piccole. Investire in nuove tecnologie, vuole dire sostenere la competitività e, per conseguenza, anche mantenere e favorire l’occupazione soprattutto di profili professionali più qualificati”, ha aggiunto ancora il Presidente della Camera di Commercio di Treviso–Belluno-Dolomiti.
“Ma sostegno negli investimenti significa anche rafforzare il presidio di settori determinanti per lo sviluppo europeo: come ad esempio la filiera dell’energia. Ma, ripeto, serve una politica economica europea di ampio respiro e coesa per portare avanti tutto questo – ha proseguito ancora Pozza -. Rimettere al centro lo sviluppo economico e l’innovazione nell’Unione Europea – conclude il Presidente – significa anche poter affrontare in modo più solido i nuovi equilibri geoeconomici in corso di definizione e una diversa matrice di rischi ed opportunità”.
“Come, ad esempio il possibile rischio dazi, per ora solo ipotizzato dalla nuova amministrazione statunitense, che potrebbe condizionare le relazioni commerciali con le nostre imprese. Ricordo che gli USA sono il principale partner economico, al di fuori dell’Unione Europea, sia per Treviso che per Belluno. L’export verso questo mercato, su base annua, vale 1,3 miliardi per Treviso (bevande, macchinari e mobili fra le voci principali) e 1,2 miliardi per Belluno (occhialeria soprattutto). Per questi valori in gioco mi auguro che prevalga l’appeal che i nostri prodotti hanno sul mercato USA, e che questo appeal porti a non adottare politiche commerciali restrittive, che peraltro impatterebbero anche sull’inflazione americana, che Trump si è impegnato a combattere – ha spiegato in conclusione -. In attesa che l’Unione Europea esca da un concetto ormai superato di stabilità finanziaria, che la sta allontanando dalla crescita, e sperando che non si aprano guerre sui dazi, resta comunque sempre valido continuare ad invitare le nostre imprese a diversificare i mercati, intercettando quelli più dinamici e che presentano interessanti opportunità di crescita - conclude Pozza anche nel ruolo di Presidente di Assocamerestero”. (aise)