Invisibile agli occhi: l’opera di Marco Bagnoli in mostra all’IIC di Madrid

foto di Matteo Rovella

MADRID\ aise\ - Il cortile dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid accoglie fino al 29 giugno l’opera monumentale “Invisibile agli occhi solo per la voce essere riconosciuta” di Marco Bagnoli, uno degli artisti più importanti del panorama dell’arte contemporanea italiana.
Le Mongolfiere sono alcune delle opere più iconiche e rappresentative della poetica e della ricerca dell’artista. “Invisibile agli occhi solo per la voce essere riconosciuta” si pone in perfetto dialogo con lo spazio e l’architettura del Palazzo d’Abrantes, sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid.
Marco Bagnoli (Firenze, 1949), di formazione scientifica e con una laurea in chimica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, si impone nella seconda metà degli anni 1970 e da allora la sua presenza nel panorama artistico internazionale è costante.
Bagnoli ha messo al centro della sua ricerca la tradizione esoterica-spirituale, alternativa al razionalismo illuminista, che lo portò nel 1975 a titolare una delle sue prime mostre personali Spazio x Tempo, includendo elementi propri della scienza e dell’alchimia.
L’artista riformula i grandi temi della scienza moderna, la teoria della relatività, il principio dell’incertezza, l’anello di Moebius… e li rende parte integrante delle sue opere. A volte ne sono parte costitutiva; altre volte rimandano al processo di ricerca che porta al loro superamento, come nelle opere che fanno riferimento alla mongolfiera, una struttura che ripete per oltre venticinque anni, dalla prima volta in cui è stata esposta con L’anello mancante alla catena che non c’è, presso la Sala Ottagonale della Fortezza da Basso a Firenze 1989. La mongolfiera è l’elemento che serve a Bagnoli per “liberarsi” progressivamente dal peso del reale.
Il dialogo dell’opera d’arte con lo spazio architettonico è una preoccupazione costante di Marco Bagnoli, che adatta le sue installazioni ai diversi spazi espositivi dove vengono mostrate, come Invisibile agli occhi solo per la voce essere riconosciuta, 2000, presentata a Valencia presso l’IVAM e adesso installata nel cortile dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid. Una mongolfiera di raggi cromati che sembra sempre sul punto di volare o di planare, ma anche di assorbire lo spazio in cui si trova.
Marco Bagnoli ha partecipato in tutte le manifestazioni che hanno segnato la storia dell’arte contemporanea europeo, basti pensare alle sue partecipazioni alla Biennale di Venezia (1982, 1986, 1997), a Documenta di Kassel (1982, 1992) e al Sonsbeek di Arnhem (1986); alle sue personali presso prestigiose istituzioni artistiche quali De Appel, Amsterdam (1980 e 1984), Centre d’Art Contemporain Genève (1985), Musée Saint-Pierre Art contemporain, Lyon (1987), Magasin, Centre National d’Art Contemporain, Grenoble (1991), Castello di Rivoli (1992), Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato (1995), IVAM, Centre del Carme, Valencia (2000), ?eské Muzeum Výtvarných Um?ní, Praha (2009), Civico Planetario Ulrico Hoepli, Milano (2011), Madre, Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina, Napoli (2015), Museo del Novecento, Milano (2022); ai suoi passaggi in grandi musei, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma al Centre Georges Pompidou di Parigi.
Nel 2018 è stato pubblicato: Germano Celant, Marco Bagnoli, Skira, Milano, una monografia curata da Celant, a cui si deve anche il saggio introduttivo, contenente una cronologia, firmata dallo stesso Celant unitamente ad Antonella Soldaini, che include testi e memorie dell’artista. (aise)