32.990 mila gravi violazioni commesse nei confronti dei minori in situazione di conflitto armato nel 2023

ROMA\ aise\ - È stato presentato lunedì scorso, 17 giugno, nella Sala Stampa della Camera il rapporto dell’Universities Network for Children in Armed Conflict (UNETCHAC), “Children Affected by Armed Conflict. A comprehensive qualitative and quantitative analysis in selected countries in Africa, Asia, Europe, and South America” (Gambini Editore, 2024).
Realizzato con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale nell’ambito della Agenda Women Peace and Security (Risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU), il rapporto è stato presentato alla presenza dell’onorevole Raffaele Nevi, che ha ricordato l’impegno dell’Italia nel promuovere la protezione dei minori in conflitto armato.
“L’Italia lavora costantemente per la protezione dei Minori nei Conflitti Armati, sia in ambito ONU che nel contesto dell’Unione Europea”, ha detto Luca Fratini, Coordinatore per l’Agenda Donne Pace e Sicurezza presso la Farnesina. “Questo delicato tema è fra le priorità del quarto Piano d’Azione Nazionale per la realizzazione dell’Agenda delle Nazioni Unite su Donne, Pace e Sicurezza: in un contesto internazionale caratterizzato da sempre più frequenti conflitti armati, la tutela dei minori, in particolare delle bambine e ragazze, nelle zone di conflitto assume un’importanza fondamentale”.
Laura Guercio, Segretario General del Network, ha spiegato che “l’approccio olistico dello studio del Network, combinando una analisi quantitativa e qualitativa, permette di meglio comprendere le cause della violenza contro i minori e conseguentemente di considerare le necessarie politiche da adottare”.
Paolina Massidda, avvocato e direttrice dell’Ufficio di rappresentanza legale delle vittime presso la Corte penale Internazionale, infine, ha sottolineato “l’importanza di riconoscere il ruolo fondamentale dei minori come agenti attivi del cambiamento sia nei processi di accertamento delle responsabilità per le violazione che nei processi di costruzione di pace”.
Alla presentazione hanno partecipato anche accademici e avvocati internazionali. (aise)